Regia di David Fincher vedi scheda film
Un buon thriller non privo di difetti questo Seven di David Fincher, impreziosito da tinte noir e suggestive ambientazioni urbane piovose che ricordano, in chiave odierna al tempo di ambientazione del film, atmosfere quasi "Bladerunneriane".. Le dinamiche degli eventi sono del tutto ordinarie: ci sono dei truculenti omicidi da risolvere e un serial Killer da condannare che segue una certa meticolosità.. Sono sette i peccati capitali: ira, avarizia, superbia, gola, accidia, lussuria, invidia. E sette sono i giorni necessari per compiere gli efferati omicidi annessi. Uno dei protagonisti è il veterano detective William Somerset (Morgan Freeman) ormai arrivato all'età pensionabile. Uomo di poche parole e con un metodo di investigare rigoroso e pignolo, non nutre certo le simpatie da parte dei suoi colleghi. Neanche quelle del giovane collega David Mills candidato a sostituirlo, che deve affiancarlo nei pochi giorni rimanenti prima delle sue dimissioni, interpretato da un Brad Pitt dal talento recitativo molto altalenante. La stesura della sceneggiatura venne affidata a Andrew Kevin Walker. Risultando, a mio parere, tutt'oggi molto originale nella ricercatezza di un finale ottimo ed emotivamente coinvolgente ma non perfetto.. Se nei primi quattro omici i modus operandi dell'assassino e gli enigmi chiave da risolvere sono ben studiati e convincenti, anche se un po' macchinosi e pilotati (gli indizi del serial Killer vengono puntualmente scoperti il giorno stesso prima del secondo omicidio del giorno seguente..). Il quinto risulta, a mio avviso, il meno riuscito e sbrigativo, quasi ad indicarne probabilmente qualche taglio da parte della produzione in fase conclusiva. Morgan Freeman è un grande attore e sa adattarsi molto bene al personaggio da interpretare. La stessa cosa non la si può certo dire di Brad Pitt non riuscendo a convincere in pieno, e risultando delle volte ben poco disinvolto. La controparte malefica interpretata da un ottimo Kevin Spacey è indubbiamente la migliore di tutta l'opera, direi straordinaria e indispensabile, abbinata all'episodio conclusivo che va a risollevare le caratteristiche altrimenti mediocri del film. Buona anche la parte della signora Tracy Mills, affidata alla bella Gwyneth Paltrow. Non mancano neanche comparse degne di nota come il mitico R. Lee Ermey nei panni del capitano di polizia.
In conclusione uno dei migliori thriller del suo tempo, che con qualche accortezza in più poteva rivelarsi un qualcosa di veramente straordinario.
Il monologo memorabile: "Hemingway una volta ha detto: il mondo è un bel posto e vale la pena di lottare per esso. Condivido la seconda parte". - Pura sacrosanta verità! -
6/10
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