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McKlusky, metà uomo metà odio

Regia di Joseph Sargent vedi scheda film

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John_Nada1975

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La recensione su McKlusky, metà uomo metà odio

di John_Nada1975
6 stelle

Si riforma un anno dopo "Un Tranquillo weekend di paura" la coppia qui protagonista con Burt Reynolds e Ned Beatty, e opposti nei panni del buono Gator McKlusky e dello sceriffo cattivo"redneck" Connors, archetipo di ogni panzuto sceriffo razzista e cattivo degli "Hicksploitation".

Alcune battute razziali scorrettissime e sugli immancabili "finocchi" hippy e contestatari venuti dal nord a fare casino per l"'Unione dei diritti civili", raggiungono il segno oggi più di allora.

In un film  benissimo realizzato da Joseph Sargent(che un anno avrebbe realizzato "al nord" un capolavoro come "Il Colpo della metropolitana- Un Ostaggio al minuto") che sostituì dopo alcune settimane un esordiente Steven Spielberg nel lungometraggio, per quanto riguarda le scene d'azione e di colore del sud, hard boiled debitore già di alcuni classici contemporanei, meno in alcune divagazioni troppo di alleggerimento.

Reynolds sempre molto ridanciano è perfetto per il ruolo, con anche una sequenza quando incontra la ragazza che aveva conosciuto il fratello idealista e ucciso per questo dallo sceriffo -"fascista" e maiale come nel doppiaggio italiano-, e in cui si cimenta maggiormente che altrove  in una connotazione drammatica, ottimamente doppiato da Adalberto Maria Merli.

Come detto alcune sequenze come in particolare il lungo e articolato inseguimento multiplo finale con le pattuglie di Contea e quelle dello Stato dell'Arkansas, alla Ford berlina sovralimentata fornita dal Governo a McKlusky per incastrare Connors, è degno di stare alla pari tra i migliori del cinema americano anni '70, peccato per la chiusa che è per un personaggio si  drammatica, ma non di tensione come meriterebbe giunti a quel punto,  e più incline al fracassone-ridanciano.

Ottimo stuolo di facce che non può mancare nel cinema del tempo a partire dal grande caratterista Matt Clark, a pà McKlusky- Dabbs Greer, a fesso allocco Bo Hopkins, alla stuzzicante e amicale salvifica, bellezza del sud Jennifer Billingsley sempre sudata e in mini vestiti, a Louise Latham impiegata dello sceriffo, di tredici anni più vecchia di  Reynolds e che egli interessato seduce quasi fino alla fine, in una delle sequenze più riuscite.

Bella la parte iniziale nella prigione-campo lavoro che rievoca il quasi coevo "The Longest Yard".

Belli alcuni temi insolitamente lirici della colonna sonora di Charles Bernstein, riutilizzati anche in "Kill Bill" vol.2 da QT, estimatore pure di questo film.

 

John Nada

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