Regia di Mel Gibson vedi scheda film
Tra i filmoni da Oscar premiati a partire dagli anni 90 in poi, "Braveheart" non è uno dei miei preferiti, nonostante ne riconosca le buone qualità di regia e di interpretazione che riscossero tanti consensi per Mel Gibson e gli permisero di conquistare ben 5 statuette agli Academy Awards. "Braveheart" fu un esempio di film storico che capitò al momento giusto, riscosse un successo internazionale rievocando la vita e le imprese dell'eroe nazionale scozzese William Wallace, risvegliò un po' ovunque sentimenti nazionalisti e secessionisti in territori che abbiano pretese indipendentiste non riconosciute, inoltre divenne in breve un inno al cosiddetto "machismo", con tutto ciò che di positivo o negativo si voglia affibbiare a questo termine.
Avvalendosi di un budget consistente per un film su cui all'inizio le majors non se la sentivano di scommettere, Gibson cercò di risvegliare il gusto per l'epica guerresca medievale che da anni le platee non assaporavano più, propose una rievocazione d'epoca tutto sommato attendibile anche se certamente non accademica, si prese ad ogni modo numerose licenze con la storia documentata di Wallace e inserì nel lungo film di circa tre ore tante scene di battaglia, forse fin troppe, e tanti momenti in cui il protagonista parla alla folla per risvegliare il patriottismo in favore della Scozia. Il film risulta inevitabilmente discontinuo e alterna pagine figurativamente ariose e accattivanti a momenti dove si ripete un po' troppo lo schema di sommosse e battaglie, tanto da ingenerare una certa ridondanza; molto buoni alcuni contributi tecnici e in particolare gli effetti speciali, dove ancora non si nota il dominio assoluto della CGI.
Da mettere all'attivo certamente l'interpretazione, con un Gibson che ha il giusto carisma e sa rendere plausibile e perfino trascinante la sua prova come Wallace, tanto che avrebbe avuto senso premiarlo come miglior attore e non come miglior regista; al suo fianco si apprezzano Sophie Marceau, Catherine McCormack e Patrick McGoohan, tutti diretti con mano sapiente da Gibson. Tuttavia, se a livello spettacolare "Braveheart" può sedurre l'occhio e risultare una sorta di precursore di film come "Il gladiatore" di Ridley Scott, anche nelle volute imprecisioni storiche, nella sostanza lo sfoggio di retorica magniloquenza, che non manca di punte omofobiche nel ritratto del futuro re Edoardo II, finisce per togliere alla pellicola quell'aura di grandezza kolossal che vorrebbero affibbiare i suoi più accaniti estimatori.
Voto 7/10
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