Regia di Jerry Calà vedi scheda film
Là dove non osano neppure i Vanzina, ecco che leggiadro si arena Jerry Calà. Più che un film/fiction con velleità documentarie sulle notti dei 'giovani' (categoria che tanto piace al regista/attore, ma che corrisponde ad una squallida banalità, comoda solo per chi ama generalizzare), sembra il racconto dettagliato del mondo che Calà sogna per sè: dove lui è un vero figo, amato da tutti e strapagato per una comparsata in discoteca o ad un matrimonio, mentre i ragazzi, come è doveroso se vogliono ridursi ad amare Jerry Calà, si stordiscono in ogni modo fra il rumore bianco delle casse in discoteca, gli abusi alcolici ed una propensione pericolosa per le sostanze tossiche. Inutile dire che la storia - scritta dal regista/protagonista e da Gino Capone - non esiste, è un'accozzaglia disordinata di scenette risapute e svilenti per i 'ragazzi della notte' descritti nel film; vago filo conduttore in tutto questo sono le interviste della starletta televisiva del momento, Samantha De Grenet, impegnata a molestare giovani ubriachi o strafatti mentre ballano cercando di strusciarsi alla vicina per imporre domande fondamentali come 'Ma voi praticate sesso con il preservativo, vero?'. Ahiahia! Oltre alla materia penosa che lo compone, questo film soffre pure il gravissimo problema di un cast quasi interamente composto da volti tv ed incapaci totali: quando compare Alessia Merz, ad esempio, già si teme il peggio. Poi al suo fianco viene inquadrata Victoria Cabello (un altro personaggio montato ad arte dal piccolo schermo, del quale ancora quindici anni dopo questa pellicola si ignora il mestiere), che alla prima battuta - non ne avrà molte altre, grazie al cielo - fa immediatamente sembrare la Merz Paola Borboni. Ma non ha senso parlare dei Ragazzi della notte senza citare gli altri interpreti: bisogna andare a fondo della questione e capire perchè questo film fa così schifo. E per capirlo ci vogliono i nomi: Walter Nudo, Solange, Valerio Staffelli, Francesca Rettondini, Dario Cassini, Sergio Vastano, Enzo Braschi, Fabio Testi; in tanto sfacelo, gli ultimi tre paiono perfino accettabili. Perchè Jerry Calà sia diventato famoso è già incomprensibile di per sè, ma la questione si complica ed arriva al parossismo dopo la visione di questo increscioso prodotto a base di luoghi comuni, vacua musica dance dei primi anni '90, preconcetti squalificanti per l'oggetto sociale trattato. Trash è un aggettivo che sembra inventato per definire, lusingandolo, un lavoraccio simile. 1/10.
In una notte lombarda i giovani se la spassano in discoteca, accoppiandosi nelle latrine e drogandosi come dei matti, senza trascurare ovviamente per questo l'alcol. Nel mentre Jerry Calà si esibisce per un mucchio di soldi, idolatrato dalla folla in estasi al suo passaggio.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta