Regia di Jerry Calà vedi scheda film
Jerry Calà confeziona uno dei film più brutti che abbia mai visto, sbagliato in tutto e per tutto, soprattutto nel suo “tentativo” di portare al cinema il mondo dei ragazzi della notte, con i loro perché, i loro problemi, le loro usanze.
Sbagliato perché col suo film riesce pure ad offendere la gente della notte che lui stesso poi conosce benissimo, visto che ancora oggi la frequenta con i suoi spettacoli(ni) che gli servono per far cassa ora che il cinema lo ha messo in disparte.
Beh il film l’ho visto solo per un motivo extra cinematografico per cui a questo giro si parla di altro in questi sconsolati righi (anche perché del film ho già detto praticamente tutto).
Le scene notturne sono ambientate al Genux di Lonato, quella che è stata per svariati anni considerata la discoteca più grande del mondo.
Un’istituzione dal 1989 fino al 2010 (figuriamoci poi per un bresciano come me), ma da poco abbattuta (se leggesse qualche vecchio amante può andare sulla pagina face book del genux per vedere le foto di oggi e piangere copiosamente) per realizzare un parco tematico (si parla del primo Legoland italiano), anche se vicinissimo c’è già Gardaland.
120000 mq di superficie, una cosa fuori dai tempi, negli anni di gloria si contava una media di presenze oscillante tra i 10000 ed i 150000 paganti a sera (!!!), nelle serate di martedì, venerdì e sabato più la domenica pomeriggio.
Per arrivarci si facevano almeno due ore di coda in macchina da qualunque direzione, ho conosciuto persone che attraversano mezza Italia apposta (per ricordo personale ho conosciuto dei pazzi provenienti da Perugia, Roma, Pescara, Reggio Calabria, Bari, Ancona, più da altre città più vicine).
E per chiudere la stroncatura al film di Calà, devo dire che persone cafone e finte, come quelle che presenta a tutto andare, non ne ho mai conosciute, quelle che vivevano (non sempre negli ultimi anni, ma la società ormai sta andando a puttane) le notti dei novanta (e tanti anche dei duemila per inciso, mi ci metto a tutt’oggi) volevano davvero, quasi sempre, solo divertirsi ed al Genux era difficile non farlo (va beh, poi da amante dell’elettronica più ricercata, la musica non era quasi mai il massimo, ma questo è un altro discorso).
Questo è il mio personale tributo ad un bel pezzo della mia vita (anche se non è mai stato il mio locale preferito, ci sarò stato almeno 100 volte la prima nel 1993, l’ultima nel 2009, con annessi amori e tantissime amicizie che ancora oggi sono vivissime), un ricordo che durerà per sempre, ma vedere le macerie è un colpo al cuore difficile da sopportare.
Va beh, il film è immondizia allo stato puro, ma vederlo oggi mi fa piangere (ed anche odiare Calà).
Addio Genux/Dehor (suo nome dal 2001 fino alla chiusura), addio ad un pezzo della mia vita.
Una vergogna, si cimenta con un mondo che ben conosce, si vede che quello che conosce lui è il lato sbagliato.
Sensibilità zero, ma non ce ne possiamo di certo stupire.
Qualche sprazzo di simpatia.
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