Regia di Todd Haynes vedi scheda film
Una spensierata riccona californiana scopre di essere allergica ad alcune sostanze chimiche presenti nella vita di tutti i giorni. Improvvisamente denuncia malesseri assolutamente inspiegabili per la medicina: tosse, asma, svenimenti. In tv vede la pubblicità di un ranch new age e decide di unirsi alle duecento persone che già vivono in quel posto.
Safe, opera seconda di Todd Haynes, sono due film in uno: tagliato a metà dalla scoperta, da parte della protagonista, di una possibile cura per i suoi problemi di salute, vede alternarsi in maniera netta un primo segmento simil-horror, nel quale la vita della brava Julianne Moore viene sconvolta da un male silenzioso e misterioso, con una seconda parte di denuncia sociale nella quale vediamo impietosamente descritta la bizzarra vita in un ritiro new age nel quale le manie e le idiosincrasie degli ospiti non fanno che acuirsi. Infine una chiusura talmente irrisolta che non lascia neppure spazio a interrogativi: semplicemente la trama viene troncata in un punto qualsiasi, quando non ci sono attese o aspettative (scelta piuttosto deprecabile, naturalmente). Haynes, anche autore della sceneggiatura, ha le idee giuste, ma forse un po' troppo confuse per dar loro uno sviluppo sufficientemente lineare e incisivo; tutta l'opera si basa sulle spalle della Moore, già piuttosto nota, che ripaga doverosamente l'occasione concessale dall'autore. Al suo fianco troviamo fra gli altri Xander Berkeley, Peter Friedman e Steven Gilborn; in una comparsata in stile Lynch (a interpretare l'inquietante Lester, altro elemento nonsense) c'è Rio Hackford, discutibile scelta come soggetto della locandina del lavoro. Con il successivo Velvet goldmine (1998) il regista incontrerà il successo mondiale. 4/10.
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