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I soliti sospetti

Regia di Bryan Singer vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su I soliti sospetti

di Serum
4 stelle

 

L'avvocato Kobayashi spunta fuori dalla penombra ostentando voce atona e sguardo indifferente, e dopo aver lanciato un paio di frasi ad effetto, rivela chi sia il diabolico architettatore di quanto visto fino a quel momento, il cui nome è sufficiente a far gelare il sangue a tutti i presenti nella stanza. Fa eccezione lo zoppo Verbal, il quale con estremo candore si limita a domandare chi sia la persona di cui stanno parlando, verso la quale sembrano nutrire una paura irrazionale. Ora, ritengo che a qualunque persona sia capitata sotto mano anche solo la copertina del più infimo dei romanzi gialli, appaia chiaro un fatto basilare quanto le incisioni del Tempio di Apollo: l'assassino è sempre, SEMPRE la persona più insospettabile, e più la narrazione insiste sulla sua insospettabilità più è probabile che lui sia il colpevole. Di conseguenza a me è risultato inevitabile, dopo la scena di cui sopra, iniziare a nutrire forti dubbi sul fatto che il claudicante narratore fosse realmente fra le nuvole come vorrebbe far credere, e sono bastati giusto un altro paio di minuti per farmi ricollegare questo sospetto alla sequenza iniziale: Keaton seduto a terra gravemente ferito che interloquisce con un misterioso individuo (del quale si ha talmente cura di non mostrare il volto da rendere palese che esso corrisponderà a quello di uno dei personaggi che vedremo a seguire) e prima che questo possa sparargli, egli lo chiama col nome del diabolico capoccia con sguardo amareggiato (evidenziando il fatto che conosca la persona che ha davanti, la quale ha chiaramente compiuto un voltafaccia ai suoi danni). Alla luce di tutto ciò esiste un'unica, ovvia conclusione: Verbal è Kayser Soze. È un vero peccato che ciò si palesi a più di un'ora dalla fine del film, momento nel quale in pratica la vicenda vera e propria deve ancora iniziare e si è avuto giusto il tempo di introdurre il gruppo di protagonisti, rendendo dunque tutto il resto della vicenda (il confronto Spacey/Palmentieri, la pianificazione del colpo alla nave, l'evoluzione dei personaggi, i ridicoli tentativi di far credere che Keaton sia Soze, il ruolo di Redfoot) noioso ed inutile, in attesa dell'inevitabile "rivelazione" finale. Questo film per me rappresenta uno dei più grandi misteri del cinema anni '90 e continua a sfuggirmi in che cosa consisterebbe la sua presunta genialità: la scrittura e la costruzione dell'intreccio sono scolastici all'inverosimile, i dialoghi sono decisamente meno brillanti di quanto vorrebbero apparire (e non reggono il confronto con altri film americani ad esso contemporanei), la caratterizzazione dei personaggi è tutto meno che indimenticabile ed il tono della narrazione è spesso confuso (si alternano momenti che vorrebbero essere iperrealistici ad altri totalmente inverosimili senza passare neanche dal via). Poi per carità, Singer mette in scena il tutto con buona competenza tecnica, ma non mi pare nulla più di un discreto mestierante paragonabile a mille altri, assolutamente non in grado di elevare un simile materiale di partenza.

 

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