Regia di Bryan Singer vedi scheda film
C'ho messo un po' ad acquisire la volontà necessaria alla visione di questa pellicola, interrotta una prima volta perché mi sembrava troppo impegnativa da seguire poi, invece, un caldo pomeriggio dopo il lavoro, con una voglia di film che trasbordava e devo dire che mi è piaciuto o almeno sono riuscita ad eliminare ogni giudizio o impressione negativa. Una menzione più che speciale va al cast che recita in modo impeccabile garantendo ad ogni personaggio un carisma tale da renderlo più o meno empatico allo spettatore non c'è attore che non sia degno di lode e se Kevin Spacey sovrasta tutti con un'interpretazione, come al solito, magistrale, Gabriel Byrne gli tiene testa senza il minimo sforzo. Un po' sopra le righe Benicio Del Toro ma è evidente che è necessario affinché il suo personaggio risulti credibile o quantomeno poco sospettabile. Perché diciamocelo, il regista ha volutamente puntato i riflettori su Spacey e Byrne unici veri protagonisti fin dalla prima sequenza. Le inquadrature sono ben gestite e ben collimano con la fotografia dove prevalgono ombre e luci scure, solo nella sequenza finale la luce la fa' da padrona quando ormai il diavolo ha svelato il suo volto e il suo macabro sorriso. Menzione speciale per il compianto Pete Postlethwaite che contribuisce a dare prestigio al lavoro migliore di Bryan Singer che non è più stato capace di ripetere, eguagliare o almeno avvicinarsi a cotanta maestosità.
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