Regia di Bryan Singer vedi scheda film
Adottato da subito come "cult", uscito come piccola potenziale rivelazione di Natale nei nostri cinema nel 1995, "I soliti sospetti" è un divertissement, pur se abbastanza violento, per appassionati del thriller: dipanato come un rebus di un'ora e mezza di durata, quando allo spettatore pare di aver collegato tutti i giusti fili per chiarirsi le idee, il film te la fa sotto gli occhi, giocando il bluff definitivo ad un passo( letteralmente) dai titoli di coda. L'idea di mettere insieme un'accozzaglia di criminali mediocri e imbarcarli in una grossa operazione, che però si rivelerà un azzeccato stratagemma per far sì che l'oscuro organizzatore riesca una volta per tutte a sfuggire alla Giustizia è la compensazione drammatica de "I soliti ignoti" di monicelliana memoria, e Keyser Soze è uno dei malvagi più ricordati dai cinefili.Synger finge di mettere in scena un B-movie e invece lancia una riflessione sulla relatività della Verità, che non sempre coincide con l'oggettività della Realtà:ben recitato da un gruppo di attori interessanti, ha il solo difetto di perdere non poco del suo effetto dopo una prima visione, conoscendo quindi dove sta il trucco. Però, nel complesso, un buon giallo che invecchia assai bene.
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