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I soliti sospetti

Regia di Bryan Singer vedi scheda film

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La recensione su I soliti sospetti

di LAMPUR
10 stelle

Per quanto apparentemente anacronistico, l'elogio de i Soliti Sospetti e del micidiale, impeccabile congegno che ne caratterizza la trama, va reiterato con veemenza; specialmente alla luce delle, più o meno, recenti uscite cinematografiche che spesso vantano presunti meccanismi ad alta orologeria, e che si rivelano bufale incredibili proprio sul piano di quella "precisione" che vorrebbero esaltare (da The departed ad Inside man, da Saw l'enigmista fino al nostro L’ultima offerta).

In seguito all'esplosione di una nave sospettata di trasportare droga nel porto di New York, un piccolo truffatore invalido, Roger "Verbal" Kint, beccato sul posto, viene costretto a subire un ultimo interrogatorio dall'agente di polizia David Kujan.

Struttura che tende subito a destabilizzare lo spettatore scoprendo carte in teoria secondarie ed approntando fitti e falsi scenari.

La storia si dipana come la ricostruzione della deposizione di "Verbal" Kint, alternandosi tra il racconto in tempo reale ed i flashbackes della medesima.

Dopo il furto di un camion di armi, un gruppo di pregiudicati viene assemblato sulla base di precedenti e supposizioni, per un confronto all’americana: sono l'ex poliziotto corrotto Dean Keaton, "Verbal" Kint, lo scassinatore Todd Hockney ed i ricettatori McManus e Fenster.


Vengono gettati nella mischia diversi personaggi, costruite personalità differenti e contraddittorie, applicate strategie per mantenere lo spettatore equidistante da interpreti e situazioni e fare in modo che congetturi, si affezioni e disaffezioni...


I cinque si conoscono solo di vista o per sentito dire e non hanno mai lavorato, direttamente, insieme, ma decidono di tentare un colpo in grado di mettere nei guai il dipartimento di polizia, ed ottenere cosi vendetta, riguardo il pessimo trattamento ricevuto: liberati per insufficienza di prove, rapinano due poliziotti corrotti che scortano illegalmente un trafficante di pietre preziose.

Il colpo riesce e la banda si dirige in California per rivendere gli smeraldi del bottino a un ricettatore conosciuto da McManus:

lo spettatore entra nella banda anche lui, cerca un filo logico, addomestica sensazioni, tenta d’individuare l’ordito, comprende che deve guardarsi le spalle, intorno e davanti; capisce che qualcosa o qualcuno potrebbero giocare sporco...

il ricettatore propone quindi ai cinque un altro colpo, ai danni di un commerciante di gioielli. Il gruppo accetta ma le cose non girano a dovere, sono costretti ad uccidere il rapinato, e scoprono che costui aveva con sé droga anziché preziosi.

Il ricettatore che aveva proposto il colpo si difende sostenendo che gli era stato suggerito da un altro misterioso personaggio, un avvocato di nome Kobayashi.

Aumentano le variabili, i caratteri iniziano a dilenearsi, germogliano i sospetti, la trama s’infittisce, ci si fida sempre meno, anche del proprio istinto ora, subentrano personaggi fumosi ed altri secondari, rimaniamo comunque collegati ad inizio pellicola, cercando di dipanare la matassa che ci riporterà ad inizio storia.

Costui dichiara di lavorare per Keyser Söze, un misterioso boss criminale che nessuno ha mai visto o conosciuto, ed attorno al quale aleggiano diverse leggende: a suo dire tutti e cinque i delinquenti hanno in passato, in qualche modo, "pestato i piedi" a Söze, ed ora, quest'ultimo, pretende che si compia un colpo su commissione, quale risarcimento dei danni ricevuti.


Resa dei conti con i cinque protagonisti ormai nell’occhio del ciclone, ma per quanto ci scervelliamo non riusciamo ad attribuire a nessuno di loro la palma del sospettato principe, anzi tendiamo ad uscire fuori dalla cerchia, a misurarci con gli insospettabili o gli eventuali doppiogiochisti,


Dopo un primo approccio negativo, al quale segue l'omicidio, da parte dei sicari di Söze, di Fenster, e non prima di aver toccato con mano la capacità di questo boss di mettere in pratica le proprie minacce, i quattro rimasti decidono di collaborare.

Il piano consiste nell'assaltare una nave nel porto di Los Angeles, a detta dell'emissario di Söze, carica di droga di proprietà dell'organizzazione concorrente a quella del misterioso boss.

Veniamo trascinati nel marasma dei sospetti, ci agganciamo ai nuovi entrati come cozze nella speranza che lascino trapelare indizi, non ci fidiamo dell’istinto, ne dell’azione sempre più ingarbugliata, non ci fidiamo ne di chi commissiona ne di chi esegue, ne di chi è spavaldo ne di chi ha paura. Non ci fidiamo ma la curiosità ci rode da dentro ossessivamente

Fin dall’ideazione il piano si rivela come estremamente rischioso, tanto che Dean Keaton, di nascosto dagli altri, invita "Verbal" Kint a non parteciparvi, riuscendo in questo modo a salvargli la vita.

Siamo solidali con la banda che se la sta rischiando in balia di questo super cattivo e gli innumerevoli rompicapi che si accumulano ci fanno venire il mal di testa.

Durante la concitata operazione, si scopre che il vero bersaglio non era la droga, della quale, infatti, non c’è traccia, ma un uomo: l'unico testimone in grado di identificare Keyser Söze.

Ed anche a noi affascina la soluzione, anche se tendiamo al coinvolgimento esterno di personaggi (anche femminili: come la dott.ssa Finneran, ambiguo avvocato..)

Kujan arriva alla conclusione che, se Keyser Söze esiste veramente, deve essere per forza Keaton: l'unico in grado di creare un confronto coi contatti creati quando lavorava in polizia, l'unico che con il suo carisma da capobanda riusciva a tenere in riga gente come Fenster e McManus e l'unico ad avere a che fare con la dottoressa Edie Finneran

(che era rimasta per diverso tempo la nostra sospettata prediletta...)

Successivamente Kujan si rende conto che i suoi sospetti

(come i nostri, e come quelli della maggior parte degli spettatori, tranne qualche supergenio che capisce sempre tutto al volo...),

sono male indirizzati.

Ma non saremo certo noi a svelare, nell’eventualità che qualche raro lettore/spettatore fosse ancora all’oscuro della trama, come rimarrà leggenda il protagonista e le gesta che ne mitizzano la terribile figura.


Sara' difficile rivedere film di tale forza e solidità, ma noi tifiamo sempre per lo stupore e l'adrenalina, adoriamo questo cinema che allontanandosi dal concetto classico: "ti racconto una storia" (raccontandotela), introduce l'innovativo "te ne racconto un'altra" (facendoti impazzire)...






 

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