Regia di Umberto Lenzi vedi scheda film
Pierino è un'idea di Girolami, dell'anno precedente, con Vitali come protagonista; Lenzi batte il ferro finchè lo trova caldo (nel frattempo già usciva un sequel dell'originale, sempre a firma Girolami e sempre interpretato da Vitali), ma portandosi appresso due difetti evidenti rispetto al suo modello di riferimento: innanzitutto la carenza di originalità (già Girolami incollava barzellette, sai la novità), che si traduce in fiacchezza e ridondanza, ed in più come regista riesce ad essere perfino più disastroso dell'altro. Inquadrature da ubriaco, raccordi fra le scene inesistenti, un montaggio 'tagliato con l'accetta' (qui probabilmente non è un modo di dire), il ritmo che agonizza: una vera catastrofe. E per giunta Ariani non è Alvaro Vitali, ma neppure la sua metà o un suo decimo. Unica nota piacevole è l'avvicendarsi di caratteristi lungo la pellicola: la sora Lella, Mario Brega, Ennio Antonelli, Enzo Robutti, Ugo Fangareggi, Didi Perego, Jenny Tamburi, Giacomo Rizzo, Enzo Andronico, pure Renzo Montagnani e Tiberio Murgia, entrambi per una manciata di secondi. Sceneggiatura di Dardano Sacchetti (anche autore del contemporaneo 'Pierino apocrifo' dal titolo Pierino il fichissimo) e Giorgio Mariuzzo, musiche di Walter Rizzati che fanno solo rimpiangere quelle di Berto Pisano per il Pierino di Girolami. Realmente una porcheria indigeribile. 1,5/10.
Pierino è uno studente cresciutello erotomane, romano e figlio di romani, ma che incomprensibilmente parla con accento toscano. Nelle sue marachelle coinvolge insegnanti, compagni di classe, famigliari e chiunque incontri per strada...
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