Regia di Derek Jarman vedi scheda film
VOTO : 6++.
Derek Jarman rilegge la vita del pittore Michelangelo Merisi (il Caravaggio) in questo fortunato film che rimane tra i pochissimi disponibili in dvd in Italia e che soprattutto vinse l’Orso d’argento al Festival di Berlino del 1986.
La mano del regista è tosta, lontana dal cercare il semplice compitino biografico, così la rappresentazione regala sterzate poco affini ai racconti su tempi passati (qui siamo agli inizi del 1600), ma anche notevolmente avanti rispetto alle concezioni ideologiche degli anni ottanta (un po’ bigotte).
Il Caravaggio (in età adulta interpretato da Nigel Terry) giunge a Roma e si guadagna da vivere vendendo i suoi quadri, e non solo, per strada, fino a quando non conosce il potente cardinale Del Monte (Michael Gough) che lo prende sotto la sua ala protettiva.
Nonostante la sua indole anticonformista sforna quadri apprezzati e ottiene tanti lavori e in uno di questi conosce il modello Ranuccio Tomassoni (Sean Bean) e la sua donna Lena (Tilda Swinton).
Tra i due uomini nasce un rapporto intenso, che porterà con se anche una dolorosa morte.
Il racconto si sviluppa su di un lungo flashback, infatti fin dall’inizio vediamo immagini di Cavaraggio sul letto di morte alternate ai racconti della sua vita precedente.
La rilettura del regista è personale e per certi versi spiazzante per tanti motivi, come, per esempio, la presenza su schermo di oggetti (mi viene subito in mente una macchina da scrivere) che nel 1600 non esistevano, ma anche per la declinazione del carattere del protagonista, decisamente maledetto, e per non aver nascosto i suoi amori omosessuali.
Tutti questi sono pregi tanto importanti, quanto oggettivi, così come lo è pure una rappresentazione scenica ricercata ed artisticamente efficace, purtroppo però è soprattutto la gestione del racconto a non avermi convinto più di tanto.
L’azione procede in maniera artificiosa e farraginosa, non che gli avvenimenti siano difficili da seguire (non sono poi nemmeno tanti), ma non sempre i raccordi sono esplicitati con chiarezza.
Insomma di sostanza ce n’è senza dubbio, ed il giudizio rimane comunque medio alto, però un’importante valenza artistica non trova, secondo me, pieno riscontro in una convincente narrazione dei fatti.
Interessante, ma non del tutto riuscito.
VOTO : 6++.
Regia molto personale la sua, con spunti artistici anche molto ricercati, però non ho amato alla follia il suo incedere narrativo.
Coraggioso, ma forse ci ha messo troppo di suo per potermi convincere completamente.
VOTO : 6+.
Pienamente sufficiente, ma non carismatico ai massimi livelli.
VOTO : 6.
Ancora un pò acerba, androgina come richiesto, ma poco accattivante.
VOTO : 6+.
Per chi come me lo ha conosciuto in vesti assai diverse (e quasi sempre in film molto meno importanti) è qui quasi una rivelazione.
VOTO : 6.
Sufficiente.
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