Regia di George Miller vedi scheda film
Il melodramma medico. O forse meglio: il film medico. È raro trovare un film in cui al centro della scena troviamo la medicina nel suo arcano fascino dell’ignoto. L’olio di Lorenzo è proprio questo: una disperata ricerca dell’arcano che abita la scienza. E l’obiettivo non è solo nobile, ma giusto: trovare una cura ad una malattia incurabile che colpisce pochissime persone al mondo. Tratto da una storia vera alquanto straziante, è un film bellissimo perché riesce ad evitare tutte le trappole del genere. Mai una lacrima gratuita, mai un ricatto emotivo, mai una stangata ai cuori di pietra. C’è un fatto reale che toccherebbe chiunque e che porta con sé una potenza emotiva considerevole. Due sono gli elementi nuovi interessanti: la critica a quelle associazioni di malati che si piange addosso senza tentare di risolvere il problema e l’irrisolutezza della medicina ufficiale, più interessata al suo ombelico che altro. È un film di lotta continua sull’ostinazione di chi ama, incarnata magistralmente da una splendida Susan Sarandon (che qua e là vola davvero altissimo, specie nelle scene della terapia in casa) e da un Nick Nolte di commovente tenacia.
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