Regia di Luigi Chiarini vedi scheda film
Rivisitazione della commedia di Goldoni, della quale viene mantenuto lo scheletro: Mirandolina si destreggia fra due nobili (uno ricco e uno spiantato) che la corteggiano, mira a conquistarne un terzo che affetta odio per le donne, ma ha già deciso di sposare il fedele cameriere della locanda che dirige. Ci sono alcune innovazioni non banali: il malmostoso cavaliere di Ripafratta legge Voltaire, il conte di Albafiorita ha una moglie gelosa che lo insegue; soprattutto, i personaggi delle due attrici Ortensia e Dejanira trovano posto in una vera trama parallela, che comincia come una cornice dell’altra e si conclude nel finale a teatro, dove Gino Cervi interpreta un poeta (mai nominato!) deciso a scrivere i testi integrali delle commedie e a finirla con le improvvisazioni ormai prevedibili di Arlecchino e Brighella. Un film brioso e vivace: considerando che la lavorazione, a cavallo dell’armistizio, è stata estremamente travagliata, non è poco.
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