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Paris Blues

Regia di Martin Ritt vedi scheda film

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La recensione su Paris Blues

di will kane
6 stelle

Parigi, un luogo che da sempre ispira il cinema americano, e anche gli artisti statunitensi di ogni tipo: due musicisti statunitensi, che infiammano cantine e locali à la page, un bianco ed un nero, vivono gagliardamente, tra bisbocce, serate accese, donne e clamori. Incontrano due giovani connazionali, in vacanza per due settimane nella capitale francese, e cominciano a frequentarle: propensi a continuare una vita alla ricerca della "botta" del successo, i due uomini onestamente dicono alle due ragazze che non sono intenzionati a ritornare in USA con loro, e fare una vita "normale". Ma l'amore, si sa, non sente ragioni, e confonde le carte. Più sentimentale che drammatico, "Paris Blues" è un mèlò senza spargimenti di lacrime affrante, con una dose di amarezza contenuta, che viaggia verso una conclusione in parte prevedibile, agrodolce. E', tra l'altro, uno dei primi film americani in cui si vede un personaggio far uso di droghe; in cui una star della musica come Louis Armstrong fa una parte, breve ma incisiva, con un gran numero musicale, e si affrontano tematiche razziali senza farne il fulcro, ma dando spazio, come un regista spesso impegnato come Martin Ritt, anche in una produzione dichiaratamente commerciale. Non è uno dei titoli più celebri della carriera delle due star Paul Newman, e Sidney Poitier, ma è un film apprezzabile: e dei due divi, rende meglio Newman, che dona maggiori sfumature al proprio personaggio. 

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