Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
Commedia agrodolce,di pregiata fattura, con un buon Verdone regista/attore
Vanni,alias Rubini,un apprezzato e affermato pianista, che è sempre stato l'orgoglio del padre,Gregorio,cioè Verdone la pecora nera,infatti da piccolo prendeva sempre le sberle paterne,in perenne bolletta,che si arrabatta,alla buona, come "dj",utilizzando di nascosto la grande casa paterna e Livia, sposata e con una figlia,con idee sentimentali non troppo chiare,sono tre fratelli molto diversi tra loro.Dopo trascorsi movimentati,tra bisticci e recriminazioni,si ritrovano insieme quando Mario, il loro padre,uno scultore e poeta famoso, sparisce all'improvviso, costringendoli a mettersi insieme, sulle sue tracce.
Emergono così antichi e mai sopiti rancori,invidie e gelosie,ma anche buoni sentimenti,complicità e affetto, come del resto capita in tutte le famiglie.La convivenza coatta però mette a nudo, ila vera indole dei protagonisti,non molto compatibili tra loro:Gregorio, eterno adolescente, sostanzialmente, superficiale, Vanni egoista e con la passione maniacale per il pianoforte, che esclude qualsiasi altro interesse,e infine Livia ancora confusa e volubile,che ha un'amante, ma non vuole lasciare il marito.Il confronto/scontro tra temperamenti cosi diversi e contrastanti,ma che alla fine troveranno un afflato,è l'essenza della storia.Film garbato e dal tono intimista e maliconico,con un finale struggente.Il padre, ritrovato alfine in una baita di montagna, ove si è ritirato malato per finire li, i suoi ultimi giorni,tratteggia con il suo pennello le sagome dei figli,che quasi si mettono in posa, per scoprire poi che i loro ritratti,l'affettuoso genitore li ha disegnati,come fossero ancora bambini,perchè nella sua immaginazione, li vede ancora cosi,come succede spesso ai genitori,che non accettano nel proprio intimo, che i figli diventino adulti, e li vedono sempre piccoli.
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