Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
Un verdone gia lontano dai personaggi che lo hanno reso famoso. Un film nostalgico e al tempo stesso molto sensibile. un messaggio anche se un po nascosto riguardo alla compatezza della famiglia.
Bellissimo film , da rivedere e rivedere per coglierne i minimi particolari , è la storia di tre fratelli (2 maschi e 1 femmina) che, a causa della misteriosa scomparsa del padre, si ritrovano dopo anni di incomprensione e rancori per cercare il padre. Di fronte il solito Verdone di professione disc-jockey sfigato e invidioso del fratello Vanni (Rubini), musicista colto e perfettino anche se cronicamente schivo e irritabile. Poi Livia (Francesca Neri), che sembra essere più al passo con la vita dei due svampiti fratelli, sebbene sia in una grave crisi familiare. Quindi la lontananza non solo fisica ma anche comportamentale tra i tre sembra essere un ostacolo invalicabile anche quando c'è un problema comune a tutti e tre: il padre; se infatti da una parte Gregorio (Verdone) ne accusa l'egoismo e la scarsa considerazione che ha sempre avuto per lui (la pecora nera di famiglia), dovrà ricredersi quando alla fine si accorgerà di quanto il padre ,pur con tanti difetti, sia per lui e i fratelli l'unica cosa che ancora li potrebbe far stare uniti, giacchè in realtà il padre ha voluto egualmente bene ai tre. Alla fine infatti il ritratto che il padre fa a loro è emblematico della nostalgia di un periodo in cui in famiglia regnava l'armonia. Dopo queste considerazioni, le note sono di rilievo per l'eccellente recitazione dei tre, in particolare di Sergio Rubini, l'abilità di Verdone nel descrivere nel film una comicità velata di melanconicità, riflessione di affetti familiari da rinsaldarsi, la splendida ambientazione (Siena,Maremma,ecc..) e la MUSICA (principalmente di Eric Satie), funzionale al tono struggente del film, che ne rende uno dei più riusciti di Verdone, con abili passaggi dalla verve comica dirompente che gli appartiene alla dolce riflessione del film.
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