Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
Oltre il "grande freddo" (come stato d'animo e come genere cinematografico, più che come il singolo film di Kasdan) evocato con Compagni di scuola (1988), Verdone sembra voler fissare su pellicola ricordi d'infanzia e la memoria storica di una famiglia, che somiglia assai alla propria. Purtroppo, come spesso accade al regista romano, il film funziona in qualche sua parte, ma raramente nel suo complesso. Qui gli attori sono abbastanza calibrati, qualche scena comica è efficace e qualche vizio dell'Italia anni Novanta, ma anche di oggi (il moralismo di fondo, il familismo come bene-rifugio, la bamboccioneria, una certa mancanza di coraggio e perfino un'incipiente dipendenza da telefono cellulare), è colto con sagacia. Poi però si fatica a trovare uno sbocco sostanzioso e perfino un'uscita credibile da certe situazioni, che non si estrinsechi nello sguardo bambacione (alla Mimmo) del protagonista. Purtroppo, a distanza di tanti anni - più di trenta - i film migliori di Verdone restano i suoi primi passi nel cinema (Un sacco bello, Bianco, rosso e Verdone), quelli che la critica dell'epoca avrebbe voluto vedere come un trampolino verso una maturazione che, cinematograficamente parlando, non c'è mai davvero stata.
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