Regia di Christopher Monger vedi scheda film
Graziosa commedia gallese, ispirata ad una storia realmente accaduta, sugli sforzi compiuti da una piccola comunità per guadagnare alla locale collina lo status di "montagna", grazie ad un innalzamento artificiale di venti piedi di terriccio e zolle di prato. Il filmetto è simpatico, ancorché non particolarmente memorabile, ricco del proverbiale humour britannico (che in questo caso sollecita sovente al sorriso, più che all'aperta risata) e ottimamente interpretato da un bel cast di eccellenti attori e caratteristi (da notare la prova di grande umiltà dell'emergente Hugh Grant che non pretende di "vampirizzare" la scena e lascia abbondante spazio ai comprimari, tra i quali va segnalato un, al solito sontuoso, Colm Meaney). Il film è ambientato nel poco ovvio scenario delle lande rurali e delle colline (pardon... montagne!) gallesi, all'epoca della Grande Guerra che, pur rimanendo sul lontano sfondo della vicenda narrata, in qualche modo diventa protagonista della pellicola (lo sforzo "patriottico" degli abitanti del paesino per sopraelevare la collina è una chiara metafora del tributo di sangue offerto dalle masse popolari britanniche durante il tremendo conflitto) e, sebbene a volte risulti fin troppo edulcorato e buonista, il film di Christopher Monger (qui alla prova probabilmente più convincente e sicuramente più nota di una non eccelsa carriera di regista) ha il merito di trasmettere un messaggio positivo e positivista sulla forza della volontà e del lavoro dell'uomo (e soprattutto del lavoro di gruppo). In definitiva, "L'inglese che salì la collina..." è un'opera gradevole, non particolarmente memorabile, ma che si lascia vedere volentieri e contiene un bel messaggio di ottimismo e fiducia nello spirito comunitario. Voto di abbondante sufficienza.
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