Wong Kar-wai, Hong Kong Express e la sua scia Angeli perduti, negli ultimi anni della Hong Kong in "scadenza" coloniale tra solitudine, luci al neon, stanze piccole, vuoti interni ed esterni pullulanti. Due storie che si toccano appena, con il gioco del tempo che scorre, rallenta, si ferma per poi ripartire. Un film imprescindibile per chi ama il cinema asiatico, per la new wave hongkonghese e per il regista stesso che verrà notato da tutto il mondo cinematografico. Faye Wong divina per chi scrive, che ricanta Dream dei Cranberries meglio dell'originale e mi piega il cuore.
All'epoca uscì in pochissime sale e non fui tra quei pochi fortunati che lo videro in sala ma clamorosamente trovai la vhs nella videoteca di fiducia e siccome dopo mesi non aveva avuto neanche un noleggio, il proprietario la vendette a me per soli 10 mila lire. Ancora Tarantino non era esploso e il cinema asiatico non aveva un grande seguito ma non per i nottambuli di Fuori orario, dove il film passò di lì a poco.
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