Regia di Gregory La Cava vedi scheda film
Un nugolo di oche starnazzanti circola per le sale di un albergo newyorchese per aspiranti attrici di teatro dando fuoco alle polveri del proprio torrenziale chiacchiericcio. Dietro la vera sostanza del film, che è questa, c'è anche un barlume di trama: una della attrici, guarda caso l'ultima arrivata (Katharine Hepburn, come al solito calata nel cliché della donna aggressiva e indipendente), figlia di un miliardario, porta via la parte ad un'altra più navigata di lei (Andrea Leeds), che, affranta dal dolore, si suicida. La morte della collega darà un nuovo impulso all'altra, che - dopo avere dimostrato scarse capacità di recitazione - otterrà un largo successo.
Sconnesso, verboso, impantanato in una logorrea incomprensibile che esclude ogni partecipazione dello spettatore, il film scritto da Morris Riskind e Anthony Veiler ed ispirato ad una commedia di Edna Ferber e George Kaufman ebbe un successo assolutamente immeritato.
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