Regia di Charles Robert Carner vedi scheda film
Il regista per la televisione statunitense, Charles Robert Carner dirige questo lungometraggio (il suo settimo per la precisione) con, forse, eccessiva enfasi. Lo salva solo l'interpretazione di Patty Duke.
Ispirato ad un fatto di cronaca del 1985, Carner ambienta questo dramma in una cittadina statunitense dove l'invidia viene mascherata abilmente e dove l'ipocrisia e la cattiveria conducono una madre ad indagare sulla morte della figlia.
L'adolescenza è drammatica per una ragazza che si vede senza famiglia e con l'unico flebile affetto che le preferisce l'amica dolce, carina e soprattutto smaliziata. Per chi vive già con un figlio e un ragazzo fannullone, l'unica via d'uscita sembra essere quella di sbarazzarsi di una rivale scomoda e prendersi tutto di lei: famiglia, stanza, trucchi e rispettabilità.
Per un po' di tempo Ellen ci riesce, poi subentra quel senso di fastidio per non aver cancellato del tutto l'immagine da brava ragazza dell'amica e allora comincia a tradirsi ed inizia a diventare la sospettata numero uno per chi l'aveva sempre difesa: Jean, ovvero la madre di Jenny, la ragazza perfetta.
C'è da distinguere prima di tutto sulla presa di pubblico che un film-denuncia del genere vuole portare alla luce: se lo si vede da piccoli (come ci è capitato a noi) la prima impressione è quella di trovarsi di fronte ad un film shockante -ci ricordiamo che lo passarono su RAI 1 per il ciclo di film Donne al bivio una torrida estate d'agosto- ma da "grandi" sembra uno dei tanti film (neanche fatti troppo bene) drammatici che servono solo a riportare alla luce fatti -ahimè- suscettibili di paragoni.
L'intento non è male, ma se non fosse stato per l'ottima interpretazione di Patty Duke e di Margaret Welsh, probabilmente sarebbe passato del tutto inosservato.
Irrilevante.
Sciapa, mediocre.
Molto brava.
Brava.
La sua parte era piuttosto irrilevante e per quel poco che ha recitato, ha interpretato la Kelly di Beyside School.
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