Regia di William Friedkin vedi scheda film
Qual è la prima cosa che farebbe ciascuno di noi entrando in casa di sera? Io direi accendere la luce. E invece, negli ultimi film di Friedkin (prima di Jade, si pensa a L’albero del male), i protagonisti non lo fanno quasi mai, e men che meno quando sospettano che in casa si nasconda qualche personaggio poco rassicurante. E se questo dovrebbe (ma il condizionale è d’obbligo) giovare alla suspense, di sicuro non giova alla credibilità del film nel suo insieme. Del resto, Jade è il frutto avvizzito dello sfornatore di sceneggiature sessualmente modificate Joe Eszterhas, assurto agli onori hollywoodiani con il copione di Basic Instinct. Qui, però, la roulette dei sospetti d’omicidio funziona poco e, se ad una lettura superficiale il film appare banale e già visto, non è per niente certo che esista veramente un sottotesto, che qualche volonteroso critico si è prodigato ad individuare. Tanto è vero, che a detta dei più, la sequenza più memorabile e riuscita è quella dello spettacolare inseguimento automobilistico per i saliscendi di San Francisco e la sua Chinatown. Ma dopo decine di film, tra i quali la saga dell’ispettore Callaghan, ed una serie televisiva come Le strade di San Francisco, ce n’era davvero bisogno?
Attore sempre generoso ha una maschera un po' da caricatura, e in parti come questa denuncia i suoi limiti d'interprete.
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