Regia di Theo Anghelopoulos vedi scheda film
Un film di una bruttezza quasi epocale. Angelopulos continua a fare film sempre con la stessa inquadratura (come per primo fece notare il grande Sergio Leone) e ci propina una filosofia spicciola da bignami. Sfrutta la tragedia dei balcani per la sua causa (quella di fare un film "artistico") e noi dovremmo fare tutti oooohhhh stupiti (cosa che non facciamo visto che a Cannes è stato trombato a favore di quel capolavoro - questa volta vero - di "Underground").
Eh sì che il film contiene tre sequenze veramente memorabili (l'inizio, la scena da ballo e la statua di Lenin), il che è peggio perchè dimostra la superbia di un regista che invece di fare cinema si china a fissare "il suo ombelico palpitante".
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