Regia di Luc Besson vedi scheda film
Leon è un assassino su commissione. Affidabile - ed implacabile - sul "lavoro", conduce una vita quasi monastica durante il restante tempo. La diffusa violenza e l'estensione della popolazione nella città dove vive ed agisce, New York, gli consentono di non temere troppo dalla polizia. In un brutto giorno, salva, ospitandola in casa sua, Mathilda, la figlia di un vicino di casa, implicato in un giro di droga e la cui famiglia è sterminata da trafficanti, in realtà agenti deviati della DEA. La ragazzina, dall'espressivita caustica e dalle poche speranze, benchè preadolescente, si affeziona al sicario, il quale, nonostante la scorza di uomo duro, non può ignorare il sentimento di Mathilda. L'anomala coppia, trasferendosi di hotel in hotel, continua a guadagnarsi da vivere uccidendo e terrorizzando, finchè Mathilda, in cerca di vendetta, individua il luogo in cui sono stanziati gli assassini della sua famiglia ed entra in azione; Leon ne rimane inevitabilmente coinvolto. Il nome del protagonista coincide con il titolo all'opera, diretta dal regista francese Luc Besson; "Leon" è un film d'azione e sentimento. Sotto quest'ultimo profilo racconta del legame che s'instaura tra due personaggi, i connotati dei quali non possono che colpire. Sono, infatti, due individui molto soli. Leon è un immigrato italiano, costretto anni prima a scappare dalla sua terra in seguito ad un omicidio passionale. In America, è al servizio di Tony, un connazionale che gestisce attività criminali utilizzando come base un ristorante italiano. Non ha amici, se non ... una pianta da interno; passa le sue giornate in casa, allenandosi duramente e bevendo solo latte. Ogni tanto, si reca al cinema, entusiasmandosi durante la proiezione di vecchie pellicole. Mathilda non sopporta ne' la scuola, ne' la famiglia. Odia il padre, piccolo trafficante di droga; odia la matrigna e la sorellastra. Prova affetto solo per il fratellino di pochi anni, che le viene ucciso durante il raid nell'appartamento. Leon sembra non avere ideali; Mathilda, nonostante la giovanissima età, vede la vita con sguardo assolutamente disincantato. Ne sembra già stanca. Lo stesso trovarsi insieme rappresenta, per i due, una novità. La presenza della smaliziata ragazzina suscita nell'uomo tenerezza; egli se ne prende cura e le offre benessere materiale e protezione. Al tempo stesso, il sicario rivela il suo lato umano, con relative debolezze. Dotato di cultura ridotta, incapace di scrivere e quasi di leggere, ottiene da Mathilda compagnia e stimoli mentali. Impossibile che non nasca un forte sentimento. Su questi dettagli, il regista insiste molto. Mathilda stuzzica ripetutamente l'uomo, dichiarandosi innamorata di lui. La differenza di età tra i due è tale da non lasciare spazio a sviluppi del sentimento in tal senso; Leon ne è consapevole e, di certo un po' forzatamente, mantiene le distanze. E' civetteria, o vero amore ? Senza dubbio, prevale la seconda ipotesi, stante il dolore con cui i due affrontano l'improvvisa ed inevitabile separazione. Nel corso dello scontro tra Leon e la gang di poliziotti deviati, le cose si mettono male e l'uomo pensa, per prima cosa, alla salvezza della giovane. Leon riesce a far piazza pulita degli avversari, ma non sopravvive. La ragazza, affranta, sceglie di dare una possibilità alla vita che l'uomo, sacrificandosi, le ha permesso di conservare, e raggiunge il collegio cui era iscritta, con l'intento di ... ricominciare da capo. La vicenda sentimentale s'intreccia con una sottotrama poliziesca; sotto questo aspetto, il film è piuttosto fiacco. La New York descritta da Luc Besson è una città senza legge. Sembra che chiunque lo desideri possa scatenare un'azione violenta, senza che alcuno - compresa la polizia - intervenga. Assassini e criminali sono liberi di agire in tranquillità; Leon, in epilogo, entra in un edificio governativo, uccide alcuni agenti e si allontana praticamente indisturbato. Successivamente, lui e Mathilda subiscono l'attacco da parte degli agenti deviati. Il loro capo, Norman, sembra poter organizzare operazioni a piacimento e mandare al macello decine di agenti (anche non collusi) senza dover chiedere, ne' rendere conto a nessuno. Le sequenze d'azione, benchè coreografiche, sono dunque poco realistiche. Ottime prestazioni per gli interpreti dei due protagonisti; Jean Reno è Leon. Taciturno, impostato, tanto preciso e letale sul "lavoro" quanto impacciato in ogni altra cosa, appare assolutamente inadeguato alla vita, e viene educato ad essa da Mathilda, interpretata da una giovanissima Natalie Portman; non più bambina, non ancora ragazza, brucia di voglia di vivere ed esibisce senza pudore lo sbocciare di una sensualità che il compagno sa di non poter cogliere. Il ritmo del film è irregolare. Tra una scena d'azione e l'altra, assistiamo all'evoluzione del rapporto tra Mathilda e Leon, aspetto più interessante - e toccante - a mio parere, del film. Due solitudini che s'incontrano, si fondono, si annullano dando vita ad un rapporto indefinito, genuino, puro. Appassionante e commovente; da vedere.
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