Regia di Jeremy Leven vedi scheda film
Non è poi così malvagio come potrebbe sembrare, se solo ci si sintonizza sulla frequenza giusta, che non è certo quella della serietà vera e propria. Il film, infatti, è venato di un'ironia leggera ma costante, che porta a prendere il tutto con un sorriso di divertita incredulità, proprio perché essa è voluta. I racconti del dongiovanni, infatti, sono stracarichi di cliches e di stereotipi dei romanzi picareschi o del cinema d'amore-avventura, sicché finiscono per essere simpatici per la loro totale inverosimiglianza. Siccome l'effetto è evidentemente voluto, non si può parlare di comico involontario. Se mai si tratta di ironia tramite esagerazione, o qualcosa del genere. Il personaggio di Depp, poi, nel quale la percezione della realtà si sposa perfettamente con la fantasia della follia, ha qualcosa di originale e non banale. La sua pazzia, in fondo, è una calcolata fuga da una realtà sgradevole e precaria, e con essa finisce per aiutare indirettamente chi gli sta attorno.
Sinceramente Marlon Brando (che fa per due, nel senso della circonferenza), un po' svagato e superficiale, non mi ha convinto molto. Johnny Depp, invece, riesce bene come seduttore folle e ingenuo, e si vede che s'impegna. Forse i punti di forza del film sono l'idea sviluppata e appunto l'interpretazione dell'attore; il resto è piuttosto convenzionale. Ma questo non è poi così poco.
Il regista ha preso spunto, secondo me, sia da "Harvey" (1950, con James Stewart), che da personaggi come don Chisciotte (per non ripetermi sui già citati stereotipi e cliches).
**** ANTICIPAZIONE DEL FINALE **** Se il film all'inizio sembra un elogio del dongiovannismo assoluto e dell'amore vagabondo, curiosamente alla fine si ritrova a spezzare una lancia per la rivitalizzazione delle coppie sposate un po' abitudinarie, come pure dell'amore definitivo, che sembra trovare don Juan. Allo stesso modo, la pellicola indica come causa della follia del protagonista proprio una famiglia d'origine sgangherata e sfasciata. Insomma, il sedurre centinaia di donne e l'immaginarsi come il mitico don Juan era una via di fuga da una vita grama e mediocre.
In generale è un film leggero, molto ironico, non privo di contenuti o mero contenitore per il sex symbol del momento, non eccelso, ma dopo tutto non disprezzabile. Lo si guarda col sorriso sulle labbra, e fa passare una serata senza pensieri.
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