Regia di Carlo Vanzina vedi scheda film
La conoscenza della lingua inglese è ormai da tempo una specie di patente o passaporto al quale molti di noi devono sottostare o comunque cimentarsi sia mondo del lavoro che nella vita quotidiana, oppure come semplici turisti.
Da questa specie d’imposizione calata negli anni lentamente dall’alto, è nato il felice soggetto del film “Io no spik inglish”.
Quindi per una volta va dato atto ai Vanzina di una buona idea di partenza, appunto un soggetto non banale, che invece purtroppo rimarrà legato al paletto di partenza.
Viene proposto un personaggio simile a "Fantozzi" in un contesto differente. Paolo Villaggio è Sergio Colombo, un assicuratore costretto dal proprio datore di lavoro a seguire un corso intensivo d’inglese a Londra.
Colombo è un pò come il ragionier Fantozzi Ugo, lo stesso vendicatore che bruciò la pellicola “La corazzata Potemkin” nel film “Il secondo tragico Fantozzi”
Villaggio come in “Io speriamo che me la cavo” ha come coadiuvanti dei ragazzini che servono un po' ad addolcire la situazione, ma nel complesso ne esce fuori un risultato mediocre. Oltre ad essere infarcito delle solite battute pesanti, viene rappresentata la cultura inglese molto stereotipata con insegnanti intransigenti, punizioni corporali, l'immancabile ora del tè...
“Io no spik inglish” aveva delle buone potenzialità, perlomeno in alcune considerazioni. Rimane solo qualche scenetta divertente con Paolo Villaggio che ci mette del suo, ma per il resto la mano dei Vanzina si vede ed il film rasenta l’apatia.
Magari con un finale diverso che era già lì, bastava usarlo, il film avrebbe avuto un senso, una morale.
Ed invece nulla
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta