Regia di Tràn Anh Hùng vedi scheda film
Il complicato filo narrativo percorre lentamente e scivola, soave, addosso ai protagonisti di questo giallo angosciante.
Cyclo è una storia che svanisce, che si dissolve lentamente e genera quelle splendide sequenze rapite dalla lucida genialità del regista.
Le immagini, trionfalmente mistiche e poi musiche e suoni, assordanti e disperati, diventano crudi e spietati protagonisti del film.
Cyclo è il principio di un mondo che non ci appartiene e che si manifesta nella sua spietatezza e nella sua povertà con tutte le forze.
Saigon, ambiente ostile, dove trionfano la miseria e la criminalità organizzata. Un giovane ciclotassista, ereditato il mestiere dal padre scomparso, viene derubato del proprio mezzo ed è costretto a lavorare gratuitamente, per conto di una autorevole famiglia mafiosa, per poterlo riscattare. La sorella è una prostituta alle prime esperienze, dolce e splendida creatura inerme che divide occasionali e ambigue prestazioni, tra scuola e faccende domestiche. Le difficoltà economiche e l’amore ostinato, rivolto al suo tutore, segnano inesorabilmente l’esistenza della giovane donna. Entrambi i fratelli seguono il destino di questo difficile personaggio, incapace di ribellarsi alla propria condizione di ganster implacabile. Egli è completamente assorto nella propria controversia, nel tormento e nelle poesie che scrive come disperato tentativo di sfuggire alla realtà. Per i tre protagonisti il senso di libertà e di serenità sono attimi che nel cuore di Saigon non durano.
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