Regia di Mimmo Calopresti vedi scheda film
Il film di Calopresti è stato accusato, fra le altre cose, di scarsa progressione drammatica, calcando la critica soprattutto sul fatto che i due protagonisti non riescono davvero a dialogare. A me sembra che La seconda volta, però, punti proprio (o anche) su questo aspetto, cioè da una parte sul rancore giustificabile di chi ha subito i danni del terrorismo e ne porta ancora nel corpo e nell'anima i segni e dall'altra parte sull'incapacità degli ex terroristi di fare una profonda e seria autocritica, che non si limiti alla sola analisi politica, ma che comprenda anche un'assunzione di responsabilità, con incorporata richiesta di perdono, nei confronti delle vittime, spesso scelte per caso, inconsapevoli obiettivi «simbolici».
Il film in questione è serio, forse fin troppo e forse addirittura cupo, ma testimonia questa incapacità italiana di fare maturamente i conti con gli anni del terrorismo. A questo scopo, sarebbe (stata) necessaria innanzitutto un'operazione di verità, per capire seriamente cosa sia stato il terrorismo in Italia, chiarendo anche se - ed eventualmente da chi - furono manovrati e finanziati i vertici delle varie sigle ed organizzazioni.
Personalmente, comunque, ritengo che La seconda volta sia un film da vedere, da discutere e magari da inserire in un auspicabile ciclo cinematografico sulla storia più o meno recente della nostra Repubblica.
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