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Showgirls

Regia di Paul Verhoeven vedi scheda film

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La recensione su Showgirls

di Antisistema
2 stelle

«Io penso che scandalizzare sia un diritto, essere scandalizzati è un piacere e chi rifiuta il piacere di essere scandalizzato è un moralista, il cosiddetto moralista.» (Pier Paolo Pasolini).

 

Condivido questo pensiero di Pasolini estratto dall'ultima intervista prima di essere ucciso, a patto che chi scandalizza lo faccia con un preciso scopo e con un'idea forte alle spalle, cosa che purtroppo per gli sparuti difensori di Showgirls di Paul Verhoeven (1995), manca del tutto. Il nostro simpatico mattacchione sin da quando mise piede ad Hollywood, fece parlare molto di se grazie a film come Robocop (1987) e Atto di Forza (1990), che presentavano scenari accattivanti, una satira tramite un buon uso degli spot pubblicitari unita con una gran quantità di violenza, contribuendo a rendere i suoi film molto chiacchierati e a tutt'oggi due buoni cult. 

Verhoeven poteva accontentarsi di fare dell'onesto intrattenimento, però ad un certo punto decide di alzare l'asticella dello scandalo con Basic Istinct (1992), tedioso thriller erotico famoso per aver mostrato l'origine del mondo di Sharon Stone, ma terribilmente datato e sciocco se visto oggi, poichè il regista ha puntato solo allo scandalo dimenticandosi di costruire una trama credibile intorno al tutto. Nonostante ciò fu un successone ai botteghini, così non avendone abbastanza nel 1995 con lo sceneggiatore del precedente film, Verhoeven si spinge allo stremo e sforna l'inguardabile Showgirls, l'apice dell'inconsistenza cinematografica anni 90' e da annoverare tra i più brutti film mai realizzati nella storia del cinema. 

 

 

 

Se il problema del cinema americano odierno è l'estrema decompressione, Showgirls non soffre di questi problemi; nei primi 10 minuti di film conosciamo Nomi Malone (Elizabeth Berkley), una spiantata dal passato oscuro che sogna di diventare una ballerina e sfondare nel mondo dello show business di Los Angeles; arrivata nella città le rubano la valigia ma grazie all'aiuto insperato di una ragazza, viene accolta in casa sua ed introdotta nel mondo dei topless bar, cominciando così per la nostra Nomi la scalata verso la vetta. 

Una pellicola odierna probabilmente per narrare tutto questo di minuti ce ne avrebbe messi almeno 30, ma con Showgirls non c'è un attimo di pausa poichè la narrazione procede diritta spedita senza alcuna meta, poichè il film non è altro che una carrellata di tette e culi in bella vista, mostrati allo spettatore nelle numerose esibizioni di danza nei locali della città. 

Ho letto qualche critico che ha avuto l'ardire di scrivere che ci troviamo inannzi ad un Eva contro Eva (1950), noto capolavoro del regista Joseph L. Mankiewicz, dove in teoria Elizabeth sarebbe Anne Baxer (e quindi la giovane arrivista disposta a tutto) mentre Gina Gerson che interpreta Cristal (la star dello Stardust), dovrebbe essere una moderna Bette Davis (poveri noi, quanto siamo peggiorati), la diva presente in scena da anni e rispettata da tutti che non si sogna di certo di lasciare il suo trono. Purtroppo tali critici prima di lanciarsi in insensati paragoni, dovrebbero aver più rispetto della storia del cinema, Mankiewicz all'epoca probabilmente era il miglior sceneggiatore vivente dietro l'innarrivabile Billy Wilder, mentre i dialoghi di questa poltiglia forse sono degni delle peggiori commedie sexy all'italiana degli anni 70'. 

 

Elizabeth Berkley

Showgirls (1995): Elizabeth Berkley

 

Non fatevi fuoriviare da chi afferma che tali dialoghi sono scritti appositamente in modo delirante per sottolineare la superficialità ed il nulla del mondo dello spettacolo, perchè non è assolutamente vero e Verhoven non è di certo un regista in grado di dare una profondità o quanto meno uno spessore a ciò che mostra tramite la macchina da presa, fermandosi solo alla superficie delle cose. L'estetica luccicante ed i colori accesi, sono solo un inutile quanto pretenzioso orpello atto a far credere che dietro cotanta scemenza vi sia una qualche profondità, quando quello che emerge chiaramente è solo il vuoto di questo film soft-porn che vorrebbe essere tanto trasgressivo, scandalizzante e provocatorio, ma alla fine riesce ad essere solo tremendamente volgare, ma di una volgarità che dà solo fastidio perchè è mero esibizionismo (Henrietta è tra le cose più schifose mai viste al cinema, qualcuno ha anche osato improbi quanto ridicoli paragoni con la Gradisca Felliniana! Come si suol dire... ho poco da dire ma devo dirlo), anche poco coraggioso tra l'altro visto che di nudi maschili non ce ne sono proprio, limitandosi ad un lato B maschile durante l'ingresso in piscina (altrimenti ci saremo trovato innanzi ad un porno, ma un pezzo da 90 come Verhoeven non si abbassa a fare un porno).

Il tanto decantato erotismo è praticamente assente, evidentemente perso dopo la ventesima inquadratura di nudo femminile; tutto sa di plastica, falso, artefatto, freddo e distante, non c'è niente di pruriginoso o provocatorio in questo film, poichè è un'idea di cinema che manca totalmente in Showgirls. A zittire qualunque lettura più profonda, ci pensa la delirante quanto stupida parte finale (non uso la parola oscena, perchè è tutto il film a fare pena dall'inizio alla fine) dove Verhoeven torna sui suoi passi e chiude il tutto all'insegna del moralismo più buonista (Eva contro Eva 45 anni prima, era andato fino in fondo almeno). 

Se con Basic Istinct il nostro simpatico mattacchione fregò tutti, con Showgirls il pubblico intelligentemente non si fece ingannare e disertò le sale facendo floppare meritatamente questo film che alla fin fine è peggio anche di certe commedie sexy all'italiana con protagonista Edwige Fenech; almeno queste ultime non avevano la pretesa di apparire pretenziose rispetto allo scopo da loro prefissato ed erano costate quanto uno degli innumerevoli vestiti firmati della protagonista. 

 

Elizabeth Berkley

Showgirls (1995): Elizabeth Berkley

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