Regia di Paul Verhoeven vedi scheda film
Sotto il vestito quasi niente per un film normale, più formale e moralistico di quello che ci si può aspettare.
Alla fine tutto è risolto ogni ingranaggio del sistema è svelato il potere dei soldi e la ricerca del successo a tutti i costi. La voglia di ballare per scordarsi di un passato che prima o poi ritorna. La volontà di stare sotto le luci di Las Vegas per mostrarsi a tutti. La nostra aspirante ballerina , prima di riuscire, dovrà fare i conti con la sua ingenuità, l’uomo che la porta in città gli frega il bagaglio, troverà una sistemazione grazie ad un'altra donna che diventerà la sua migliore amica. Ballare non è come fare sesso ma quando lei si muove scatta qualcosa in chi la guarda e si capisce subito che la ragazza è molto più abituata a fare la seconda cosa. La prima cosa è per lei un sogno da inseguire con il candore della ragazza che non conosce ancora bene quel mondo. Lavorare in un topless-bar significare ballare sul palo mezza-nuda per poi spogliarsi per il cliente che vuole pagare per vedere il resto di quel corpo in privato. Lavorare per un corpo di ballo significa danzare in topless per un pubblico forse più sofisticato ma che alla fine vuole vedere ballerine mezze nude come gli avventori del locale del palo. Sempre di tette e culi si tratta solo che nel primo ambiente gli uomini stanno vestiti e pagano per far svestire le donne che fanno quello che devono fare, nel secondo ambiente le donne fanno quello che devono fare per avere gloria e diventare showgirl . Gli uomini sono vestiti ma spogliati dell’ipocrisia o si spogliano facendo parte di un sistema violento e senza scrupoli dal quale la ragazza riesce ad emergere. Quando la nostra diventa una stella la luce illumina il vero volto di chi gli sta intorno nello stesso momento in cui viene svelato il suo passato. Lei decide di chiudere tutti i conti aperti prima di scappare dal suo presente. Un film con molti corpi ma senza un’ anima con un problema di fondo una protagonista con quella vita alle spalle non può essere tanto ingenua da non capire come vanno certe cose, per poi ritrovarsi quasi per caso sulla vetta. La morale del film sta nella vendetta-fuga finale e nella riconciliazione con la rivale di ballo dove la ragazza che voleva indossare molti versace ridiventa verace senza capire che cambiare città non significa cambiare vita. La trasgressione è o mercificazione banale dei corpi o violenza eccessiva di divi viziati che anche nella hollywood odierna appare poco possibile.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta