Regia di Claude Chabrol vedi scheda film
La vendetta del proletariato contro le infamie e le prepotenza dell'altolocata borghesia sfruttatrice (tesi politica-economica)? O solamente il folle gesto di rivalsa da parte di due persone mentalmente instabili, frustrate da una vita inappagante, traumi di varia origine e da rapporti interpersonali insoddisfacenti (tesi psicologica-sociale)? Se il titolo italiano può far pensare più alla seconda interpretazione (la follia che offusca il ragionamento, la degenerazione comportamentale che è l'omicidio), 'La cerimonia' che è invece il titolo originale certamente pare rivolgersi piuttosto alla prima, come se il massacro del finale fosse più un rito, un processo fisiologico della struttura socio-politica per ripristinare la parità degli assetti fra le classi. Comunque la si voglia pensare, in questo Buio nella mente c'è un po' di entrambe le componenti, con un mucchietto di personaggi ben scritti ed interpretati (Huppert e Bonnaire, Bisset e Cassel: i nomi sono già garanzie) ed il tutto è retto dall'innegabile mestiere di Chabrol, anche sceneggiatore insieme a Caroline Eliacheff su soggetto tratto da un romanzo di Ruth Rendell; curioso, ma funzionante, lo sviluppo della trama, che parte con ritmi bassi e quieti e vede il precipitare insensato degli eventi solamente negli ultimi minuti. 6,5/10.
Sophie, cameriera di casa Lelievre, e Jeanne, postina locale, stringono amicizia; entrambe vengono da un passato difficile, la prima è pure analfabeta e non vuole che si sappia. Sophie comincia ad essere sgradita ai suoi datori di lavoro e le due amiche decidono quindi di 'fare giustizia' contro i Lelievre.
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