Regia di Ron Howard vedi scheda film
I leggiadri movimenti di macchina di Howard non sopprimono il velato patriottismo americano, la prolissa lunghezza, il vizietto di edulcorare gli avvenimenti, la lacrimosa magniloquenza.
Nulla da obiettare sul portento degli effetti speciali, per merito dei quali la ricostruzione della vera missione Apollo 13, subito degenerata per un guasto tecnico, guadagna realismo e accattiva (le scene nello spazio possiedono bellezza). È invece legittimo avere da ridire sull'impronta che Ron Howard e i due sceneggiatori – Al Reinert e William Broyles Jr, che romanzano Lost Moon, libro di memorie dell'astronauta (Jim Lovell) incarnato da Tom Hanks – danno al film: i leggiadri movimenti di macchina di Howard non sopprimono il velato patriottismo americano, la prolissa lunghezza, il vizietto di edulcorare gli avvenimenti, la lacrimosa magniloquenza e le conseguenti ovvietà strutturali (a causa del sovrappiù di zucchero, il roseo epilogo è prevedibile anche da chi non conosce la vicenda). Lacune che la performance accorta e affiatata del parco attori è comunque in grado di arginare con classe: mentre il terzetto composto da Bill Paxton, Hanks e Kevin Bacon tribola in cielo, da terra Ed Harris coordina il salvataggio, aiutato da Gary Sinise. Tuttavia, l'emozione si accende solo al termine del travagliato ritorno a casa e prima di esso la tensione vacilla e non è mai palpabile, sebbene l'esposizione dei trucchi salvavita (tra cui un rudimentale depuratore per l'aria) funzioni da partecipe celebrazione dell'ingegno umano di fronte alle difficoltà. Due Oscar vinti.
Qua e là pompose le musiche di James Horner.
Film DISCRETO (6) — Bollino VERDE
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