Regia di Tay Garnett vedi scheda film
Sono state davvero poche (parlo al passato perché il presente non lo prendo neanche in considerazione) le dive del cinema in grado di regalare personaggi femminili capaci di catturarti in maniera tale da rendere quasi superfluo il resto del cast. Marlene Dietrich fa sicuramente parte di questa piccola cerchia e il film in questione non è altro che la conferma... anche se, a dir la verità, nelle altre pellicole in cui l'ho vista la controparte maschile è riuscita a tenergli testa: in "Desiderio" c'era Cooper, mentre ne "L'angelo azzurro" un meraviglioso Jannings. La sua presenza era comunque dirompente.
Ne "La taverna dei sette peccati" l'impressione che l'assoluta padrona dello schermo sia lei è a dir poco clamorosa. Il personaggio che interpreta non si discosta molto da quello che le ha regalato la fama (una cantante di cabaret, proprio come nel capolavoro di Sternberg) e lei, al solito, esterna un fascino e un magnetismo praticamente unici. Attorno alla sua figura ruotano (e non può essere altrimenti) svariate figure maschili, tra le quali è lecito citare un giovane Wayne, che però non riescono minimamente a intaccare la sua grandezza. Riescono comunque a renderla, a tratti, divertente... in particolare mi riferisco al duo che accompagna il suo personaggio, Bijou... il mago e l'ex membro della marina sono delle ottime spalle, così come spassoso risulta il proprietario del locale.
Tralasciando i personaggi devo dire che il film è davvero ben fatto, ha una regia solida e un'ambientazione in parte esotica che sembra quasi essere di grande aiuto nello smorzare i toni di quello che, alla fine, è un leggerissimo dramma che sconfina più e più volte nella commedia.
Per non dimenticare l'omerica rissa finale, probabilmente la miglior sequenza dell'intera pellicola.
E ovviamente le canzoni di Marlene e la sua voce!
"Con la sua sola voce potrebbe fare strage di cuori..." Del resto lo diceva anche Hemingway e, per quanto mi riguarda, come non essere d'accordo.
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