Regia di Tay Garnett vedi scheda film
Lustra un pò gli ottoni alla marina, ma a parte qualche risvolto comico puerilmente slapstick, il film funziona in pieno anche grazie al contributo di bravi caratteristi che rimpinguano l'apporto già sostanzioso garantito dalla giovanile ed aitante presenza di Wayne e, soprattutto, da una star del calibro della Dietrich. Proprio costei con il suo fatale magnetismo, l'inflessione teutonica nel cupo cantar e l'allusorietà delle movenze, sarà l’ovvio fulcro della vicenda, accendendo passioni che scateneranno guai a profusione. La sua carica erotica mette in difficoltà l’impacciato cowboy in erba - qui nelle immacolate vesti di tenente della marina - che saprà comunque conquistarla nonostante l’insolita inettitudine. Sufficiente esotismo, discreto erotismo (limitatamente per il periodo), molto ed ingenuo umorismo. Pezzi forti: Marlene che omaggia la U.S. Navy cantando in divisa d’ordinanza, l’intero atto conclusivo, la gigantesca rissa alla Bud Spencer e Terence Hill (botte da orbi, tizi che volano un po’ ovunque, a catafascio mobilio e sostegni), nonché l’epilogo in stile “Casablanca” (ante-litteram).
Ancora implume ma già con lo sguardo da “ghe pensi mi”.
La Dietrich dà il meglio di sé negli sguardi malinconici, nelle salaci irriverenze, nei brani tenebrosamente cantati, nelle sensuali camminate o stuzzicando maliziosamente il maschietto di turno, assai meno quando gioisce estatica come una donnicciola qualsiasi per una proposta matrimoniale. Non è più (da) lei.
Regia di routine: fa filar liscio la storiella ed illumina e riprende in primo piano la Dietrich come si comanda.
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