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La corruzione

Regia di Mauro Bolognini vedi scheda film

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La recensione su La corruzione

di mmciak
8 stelle

"La Corruzione" diretto nel 1963 da Mauro Bolognini,
devo dire che è un piccolo gioiellino.

La storia si svolge a Milano, e racconta che Stefano
è un timido giovane, appena diplomato alle superiori ed
uscito dal collegio.

Invece il padre è un affermato imprenditore dell'editoria milanese pieno
di soldi; sua madre è ricoverata in clinica per un
esaurimento nervoso.

Stefano non è attratto dal mondo spietato degli affari;
piuttosto, si sente chiamato a consacrare a Dio la sua vita,
infatti vuol chiudersi in convento e diventare prete.

Però il padre è fermamente contrario a questa scelta,
e per convincerlo a cambiare idea, lo porta in barca con
sé per una breve crociera.

A bordo però c'è anche Adriana, ragazza bella e calcolatrice,
che su pressione del padre del ragazzo, inizia a corteggiarlo.

La pellicola prodotta Alfredo Bini per ARCO Film,
con la Burgundia Film e la  S.O.P.A.C. e distribuito
dalla Titanus (sempre bello il mitico Logo),
rappresenta il 16° Lungometraggio del Maestro
Mauro Bolognini, e fa parte del "Cinema d'Autore"
dell'epoca, dove si criticava il lato negativo
del Boom economico.

Infatti il Film tocca la morale e la religione con
l'obbiettivo di scuotere la coscienza di ognuno
di noi, e che già la perdita di valori cominciava
all'epoca.

Il regista ci fa vedere tutto nel punto di vista di
Stefano, che esce dal collegio, e torna casa,
lui è un idealista, che crede ai valori e religioso,
tant'è vero che vuole chiudersi in convento,
mentre il padre è un uomo spietato, che crede
al potere e ai soldi, e pensa solo a farne di più,
senza una morale e che per questo ha fatto
andare all'ospedale la moglie per esaurimento
nervoso.

Intorno a loro c'è Adriana, interpretata da una
splendida Rosanna Schiaffino, che il suo personaggio
rappresenta la tentazione, la provocazione e il peccato, e viene
fotografata benissimo con primi piani da copertina,
dove poi Stefano non deve cadere a questo per i
suoi ideali, ma è dura, interpretato intensamente
da Jacques Perrin.

Insomma diventa quasi uno scontro Padre-Figlio,
che poi sono l'opposto, e il regista non si risparmia
scene forti e simboliche, dove l'Italia stava crescendo,
con inquadrature dei alti palazzi, che già popolavano
Milano e insegne pubblicitarie vicino in Duomo.

Per quanto riguarda la regia, l'ho trovata equilibrata
e fluida, con dei primissimi piani per farti entrare
meglio nella vicenda, ed è bravo a trasmettere
l'aria che si respirava all'epoca.

Nel Cast, diretto bene, figurano anche:
Alain Cuny-Isa Miranda-Filippo Scelzo-
Ennio Balbo e Bruno Cattaneo.

Invece nel reparto tecnico segnalerei
la Fotografia in bianco e nero di Leonida Barboni,
le musiche di Giovanni Fusco, le scenografie
di Maurizio Chiari e i costumi di Piero Tosi,
che realizzano una buona messa in scena.

In conclusione un buon Film,
a tratti potente per alcune scene,
per un prodotto di ieri, nel periodo
del Boom economico, con lo specchio
di oggi, dove tra ideali e il Dio Denaro,
ha vinto quest'ultima, con la corruzione
dilagante che adesso ci attanaglia,
che cominciava all'epoca e dove il
consumismo e i consumi erano alle
stelle, e mentre gli italiani stavano
bene, dietro si stava creando un mostro,
dove adesso siamo a cavallo.

Il Mio voto: 7.

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