Regia di Mathieu Kassovitz vedi scheda film
"LE MONDE EST N/VOUS"
"Il mondo è nostro",una N che Hubert sostituisce alla V su un cartellone pubblicitario dando un senso ad una vita senza speranze.Questa è la storia di un tizio che cade da un palazzo di 50 piani,per farsi coraggio, ad ogni piano si ripete: "FIN QUI TUTTO BENE" il problema non è la caduta ma l'atterraggio.L'impatto con il "suolo" del film è un sordido ritratto delle banlieu parigine,uno sfondo amaro dall'odore nichilista.Il giovane Kassovitz spiazza in maniera deliberata noi spettatori con un quadro in bianco/nero pregno di "neo-neorealismo".L'ODIO è un opera sofferta che spacca in due il comune senso morale,non si riesce a prenderne le parti,tutto è fosco,sospeso tra l'illegalita' e il diritto a vivere.Vinz,Hubert e Said,tre anime nell'inferno,giovani vite che si credono "PADRONI" del mondo.Ma quale mondo? una periferia malfamata,un ghetto ultraviolento dove droga e fame sono il "pane quotidiano".Sfuggire a cio' è impossibile,sei nato con "L'ODIO" periferico dentro di te,un marchio amaro,quasi una fabbrica dell'illegale,una "catena produttiva" del "crimine giovane".La banlieu dei tre giovani è questa,il pullulare di minoranze etniche,un paniere di uova marce,riempito da uno stato padrone.Kassovitz aggredisce i nostri occhi con rigore spontaneo,un opera ultrarealista,"pompata" di chiaro/scuri dal sapore amaro,non c'è sconto per nessuno,neanche per i P.S. (la polizia),la divisa del film è quella violenta e fascistoide.Anche i P.S. hanno nel loro cuore un ODIO scaricato coi manganelli sulla pelle di neri,ebrei e arabi.La forza narrativa è ridondante nel nichilismo che pervade Vinz,Hubert e Said,i figli delle banlieu,non criminali nel sangue ma per necessita',quella di sopravvivere ad un disagio umano.La regia esalta le tre anime perfettamente,Vinz è il ribelle,il (falso) duro in cui rivive il mito dello psicotico Travis Bickle nei gesti,nel ferro di una pistola e nell'anima carica di (dis)illusione.Hubert è il piu' "tranquillo" il suo talento da boxeur non sopravvive all'infamita' dello squallore,rifugiandosi nella cappa dell'Hashish.Infine Said,il piu' immaturo,un bambinone che guazza nell'abominio guidandoci con la voce all'interno di palazzoni disastrati.I tre "jeunes" respirano l'aria ultracarica di reggae e RAP,un suono che stordisce le menti, invadendone il cuore.Un analogia eccelsa con le periferie del Bronx o di Brooklyn.Un film cosi' è difficile da dimenticare,il nefasto epilogo è il compimento registico del cuore senza speranza che si scontra con idioti dalle teste rasate.Vinz è la metafora di un "candore" stagliato nell'orrore di un mondo che "ESPLODE".Complimenti a Kassovitz per un OPERA controversa,dura e anarchica nell'esporre a tutti delle vite sommerse negate ai "PIU'".Un regista di 28 anni che dona al cinema un "docu/film" con stilemi cinefili è un talento cristallino,aiutato da un superbo attore qual'è Vincent Cassel,una prova con mimiche "De niriane",una vis dal fascino tagliente.Bravi e perfetti gli altri due attori Said e Hubert.L'ODIO restera' per sempre negli annali come un "documento" prezioso sui giovani lasciati morire in un pezzo di "MONDO" che appartiene a "loro" ma purtroppo anche a tutto quel che resta....
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