Regia di Mathieu Kassovitz vedi scheda film
Il viaggio al termine della notte parigina di tre giovani di periferia tra poliziotti sadici, quartieri alti arroccati nella loro ricchezza e banlieue tra le fiamme dell'emarginazione e dell'odio razziale. Una lunga caduta (come recita la frase che scandisce lo svolgimento del film) fino all'atterraggio finale, al punto di non ritorno, sottolineato da un fragoroso colpo di pistola. E' passata ormai un'eternità da quando vidi al cinema (apprezzandolo moltissimo) questo bel film francese, girato in un fascinoso ed asciutto bianco e nero: parecchia acqua è scorsa sotto i ponti e, purtroppo, il regista Mathieu Kassovitz ha decisamente tradito le attese, non riuscendo praticamente mai a dirigere un'opera convincente (ma portando parallelamente avanti, in compenso, una buona carriera di attore). "L'odio" resta così la principale (se non unica) testimonianza del suo talento registico e, anche a distanza di parecchi anni, si lascia apprezzare per il suo crudo e spigoloso fascino e la sua rappresentazione, preoccupata e preoccupante, di una società sull'orlo del baratro di un incombente conflitto razziale. Bravissimi i tre protagonisti e i volti di contorno. Un gran bel film: quattro stelle.
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