Regia di Mathieu Kassovitz vedi scheda film
L'odio è il graffio rabbioso che accartoccia e deturpa la realtà. È un ronzio di sottofondo nell'aria rarefatta della periferia, che solo le musiche rap e scratch sono in grado di coprire. È il caos di un brodo primordiale che non cova la creazione, bensì la distruzione, e nel quale la vita non è azione per un obiettivo consapevolmente scelto, bensì reazione contro un bersaglio preso a caso. La natura della cosiddetta "spirale di violenza" è proprio questa: un meccanismo impazzito che si avvolge su se stesso, e non smette di ruotare finché la sua carica di energia non evade dal circuito ed esplode. In questo film il realismo, pur restituendo un impressionante quadro della devianza sociale, avvicina, anziché allontanare, lo spettatore rispetto alle figure dei tre protagonisti. La cinepresa, che è piazzata in mezzo a loro, e registra fedelmente il loro modo di pensare, finisce per creare un'inattesa forma d'empatia, in cui anche l'assurdità e l'avventatezza finiscono per giustificarsi, nel quadro di una filosofia perfettamente in linea con il carattere instabile e infido dell'ambiente circostante.
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Ottima opinione, come sempre, che con poche parole , come un dardo lanciato, coglie nel segno scavando nel profondo.” L’odio chiama odio “, la violenza altra violenza, fisica e verbale, in una società senza possibilità di riscatto e di redenzione alcuna , né dalle borgate periferiche, né dai centri cittadini ed istituzioni comprese- è questa la cosa su cui riflettere. Consiglio, per chi ha apprezzato “ La Haine” , un altro film ,“ Il Giorno dell’odio” di Daniele Misischia in cui, anche qui, seppur con altra portata stilistica, ma pur originale, si porta sullo schermo ciò che viene definito “ il male della periferia “ , in questo caso , romana , che, anche qui come una bomba ad orologeria esplode in una spirale di violenza ed odio senza pietà, “Vite buttate , appunto, negli angoli di una periferia come tante.”
Grazie, vicky13. C'è qualcosa di silenzioso che urla, nei luoghi nascosti, di cui nessuno parla; è l'emarginazione che non si arrende alla propria umiliante irrimediabilità, e cerca nel male il conforto dal male. La violenza è energia che si esprime a casaccio, inseguendo disperatamente il modo di dimostrare la propria forza, la propria capacità di prevalere, di "vincere". Così il vuoto si fa turbine. Un vortice fatto di nulla, che però inghiotte tutto. Il degrado è un'esperienza totalizzante. Dal niente nasce un nuovo niente, che azzera con rabbia, e risponde al rifiuto con un no vendicatore che semina la paura. Film come "La Haine" rendono visibile la sua azione distruttrice, insieme alla sua carica di drammaticità primitiva ed instancabile, furiosa e visionaria, rivolta contro un mondo che si disprezza per l'impossibilità di cambiarlo. Un caro saluto da OGM.
è l'emarginazione che non si arrende alla propria umiliante irrimediabilità, e cerca nel male il conforto dal male. La violenza è energia che si esprime a casaccio, inseguendo disperatamente il modo di dimostrare la propria forza, la propria capacità di prevalere, di "vincere". Così il vuoto si fa turbine. Un vortice fatto di nulla, che però inghiotte tutto
Tanta saggezza e tanta verità in queste parole.
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