Regia di Guido Zurli vedi scheda film
Per non dover vendere la villa di famiglia in cui vivono, tre sorelle mettono in atto una rapina in gioielleria. Il colpo va a segno, ma non appena alcuni ospiti arrivano in visita, nella villa comincia uno stillicidio di morte.
È mezzanotte… butta giù il cadavere è un simpatico – ma nulla di più – miscuglio di giallo, thriller e qualche punta di horror (vecchio stampo, si capisce: più macabro che sanguinolento) che costituisce la terza regia per Guido Zurli. Mestierante abbastanza attivo, ma mai capace di lasciare il segno, Zurli è stato attivo sul grande schermo per due decenni, i Sessanta e i Settanta, approdando quindi alla Rai e, pare, chiudendo la carriera in Jugoslavia con qualche pellicola di arti marziali assolutamente introvabile, tanto per alimentare la leggenda intorno a un nome sufficientemente oscuro già di suo. Qui siamo di fronte a un’operina dai pochi mezzi e dalle idee adeguatamente limitate, la cui sceneggiatura (di Carlo Potenza, Enzo Gicca e del regista) affastella i classici luoghi comuni dello stillicidio di cadaveri in una villa ‘maledetta’ senza andare troppo per il sottile, infilando una serie di personaggi stereotipati e di dialoghi in linea di massima superficiali. Il ritmo va e viene, la sequenza della rapina di apertura (e la canzone sui titoli di testa, cantata da Ninì Rosso) sono le cose migliori del film. Nel cast, fra gli altri: Luisa Rivelli, Gia Sandri, Lucia Modugno, Dan Harrison (all’anagrafe Bruno Piergentili), Valentino Macchi e, in parti minori, Gianni Dei e Gordon Mitchell. Scene di Demofilo Fidani (e costumi di sua moglie Mila Vitelli), di lì a poco regista di ‘scult’ a sua volta; produce Pino Addario, anche autore del soggetto. 2,5/10.
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