Regia di Joel Schumacher vedi scheda film
Batman, l’uomo pipistrello, difende ancora una volta la sua Gotham city, questa volta dall’Enigmista e da Due-facce. Per farlo si avvale della collaborazione di Robin, l’acrobata dal cuore grande e la voglia di vendetta.
Un film senza troppi eccessi come prima (e dopo) difficilmente si è visto sul grande schermo quando il protagonista è l’eroe di Gotham. Dalla fotografia ai dialoghi tutto ha una dimensione verosimile, se non addirittura realistica, come raramente altrove; merito di una voluta “normalizzazione”, figlia di un autore meno interessante e certamente più convenzionale rispetto a Tim Burton. Joel Schumacher, a cui l’accoppiata DC Comics - Warner Bros affida il compito di delineare il terzo capitolo della saga dedicata a Batman, si fregia di una sceneggiatura importante, che annovera due grandi cattivi, una bellissima partner e lo storico compagno d’avventure Robin: tanta roba per far dimenticare gli eccessi di quel “Batman Returns” ebbro di troppi personalismi.
Il taglio di Schumacher è più “biografico”: alla cura per l’ambiente e le atmosfere si predilige il tratteggio delle venature del personaggio, (emblematico in tal senso il flashback in cui si spiega l’idiosincrasia per i pipistrelli).
Caratterizzante la prova degli attori, specie degli antagonisti: Tommy Lee Jones è il diabolico Due-facce, con il volto parzialmente sfigurato e la risata diabolica, forse il nemico più spietato mai affrontato da Batman; Jim Carrey invece interpreta l’Enigmista, uno scienziato mancato che si cela dietro una mascherina da scambista ed un vestito verde pieno di punti interrogativi: tuttavia il suo personaggio finisce presto alla deriva, peccando di istrionismo al punto da ricordare troppo smaccatamente quello già visto in “The mask”. Il personaggio interpretato da Carrey merita un approfondimento: a muoverlo contro l’uomo pipistrello non sono menomazioni fisiche, né malattie congenite, né tantomeno errore di laboratorio che ne fanno un mostro senza cuore: l’Enigmista delinque per vendetta (Wayne ne ha snobbato la professionalità), lo stesso motivo che muove Batman (e Robin), tanto da far considerare l‘Enigmista un alter ego cattivo della figura del supereroe. Da qui, non a caso, anche la somiglianza fisica tra Carrey e Val Kilmer. A proposito di quest’ultimo, la sua prova è piuttosto piatta, anche se decisamente una spanna sopra il predecessore Keaton.
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