Regia di Tommy Wirkola vedi scheda film
A Lunedì nun je annava de principià pe' prima 'a settimana.
2073. In un futuro non tanto lontano e meno distopico di quanto possa sembrare, il mondo è soffocato dall’escalation demografica e dalle carestie che riducono sempre più l’accesso al cibo della popolazione. La società guidata da una matrona cattiva (Glenn Close) impone così la legge del figlio unico: legge spietata armata da un braccio secolare altrettanto brutale che ricerca e “termina” ogni fratello/sorella illegittimo.
Seven Sisters (2017): Glenn Close
In questo inferno Karen Settman, apparentemente una donna figlia unica, in realtà è impersonata ogni giorno da una sorella diversa, sette gemelle che si chiamano come i giorni della settimana, nascoste al mondo da uno stratagemma imposto per salvar loro la vita dal nonno (Willem Dafoe). Un giorno Lunedì scompare.
“Cosa è successo a Lunedì?” recita il puntuale titolo originale di una storia dall’idea di partenza fulminante. La legge del figlio unico non è una novità di questo mondo e quindi neppure del futuro. L'estensione ontologica del film ne moltiplica le implicazioni alla settima in un esercizio tanto affascinante nelle intenzioni quanto bistrattato nello svolgimento.
La sceneggiatura, opera di Max Botkin e Kerry Williamson, risale al 2001 ma solo ora, con il perfezionamento delle tecniche digitali, si è riusciti a moltiplicare un’attrice, Noomy Rapace, per sette e fare interagire le copie contemporaneamente sullo schermo. Le sorelle hanno proprie personalità, abilità e debolezze che le caratterizzano, ma questa libertà viene espressa solo all’interno della casa bunker nella quale vivono. Il loro alter ego, Karen, che vive la vita al di fuori della casa, è la somma di tutte e contemporaneamente la loro sottrazione. Per sopravvivere ogni sorella ha diritto a un settimo di vita vera, sempre mutuata attraverso il personaggio che a turno interpretano. In questo quadro disperato e distopico fa irruzione l’amore, agente non programmabile e non ascrivibile a un personaggio inventato, ma proprio di una personalità che forza di cose non può palesarsi, pena la morte di tutte le altre sorelle. Ha tantissimi significati sociali e psicologici la vicenda diretta da Tommy Wirkola, finlandese ingaggiato da Hollywood dopo i due film della saga horror cult Dead Snow, spunti che purtroppo però rimangono tali.
Seven Sisters (2017): Noomi Rapace
Se almeno metà film persegue l’inquietante linea narrativa distopica della fantascienza filosofica, quando è ora di tirare le fila e evolvere i concetti espressi, la storia crolla e si banalizza in un action metropolitano, con combattimenti e inseguimenti, con conseguente semplificazione dell’impianto politico totalitarista che governa il mondo in una fumettistica struttura piramidale il cui vertice è impersonato da una stereotipata Glenn Close.
Sputtanamento globale e svelamento dei loschi traffici dei gerarchi completano il disastro narrativo del film in un finale posticcio e pasticciato. Seven sisters suggerirebbe anche una stratificazione di significato sul cinema e sulla percezione dell’essere e dell’apparire in un ribaltamento di senso dove la vita sociale, percepita come vera è la finzione e viceversa, l’attore, resta confinato dietro le quinte a marcire. Purtroppo questi temi rimangono non approfonditi, veicolati come mezzo per fare qualcosa di molto più semplice scoprendo tutti i limiti sia della sceneggiatura che della regia per un film che avrebbe richiesto ben altra sensibilità e attenzione ai personaggi. Peccato, perché l’estensione ontologica della distopia sociale di stampo orwelliano aveva funzionato e visti i mezzi a disposizione, l’idea iniziale e gli attori coinvolti si può proprio parlare di una grande occasione sprecata.
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Certo, avremmo avuto bisogno di tanta introspezione in più sui personaggi (ad esempio su come ognuna delle sette sorelle affrontava nel proprio giorno dedicato, l'esistenza che si erano costruite) anziché buttarla molto in caciara sul lato semipulp, ma bocciare tout court una pregevole idea mi sembra esagerato... c'è in giro tanta ma veramente tanta, troppa roba brutta, per cestinare senza pietà anche chi solo tenta di rinnovare la "visione"..
Certo, avremmo avuto bisogno di tanta introspezione in più sui personaggi (ad esempio su come ognuna delle sette sorelle affrontava nel proprio giorno dedicato, l'esistenza che si erano costruite) anziché buttarla molto in caciara sul lato semipulp, ma bocciare tout court una pregevole idea mi sembra esagerato... c'è in giro tanta ma veramente tanta, troppa roba brutta, per cestinare senza pietà anche chi solo tenta di rinnovare la "visione"..
Certo, avremmo avuto bisogno di tanta introspezione in più sui personaggi (ad esempio su come ognuna delle sette sorelle affrontava nel proprio giorno dedicato, l'esistenza che si erano costruite) anziché buttarla molto in caciara sul lato semipulp, ma bocciare tout court una pregevole idea mi sembra esagerato... c'è in giro tanta ma veramente tanta, troppa roba brutta, per cestinare senza pietà anche chi solo tenta di rinnovare la "visione"..
...filmtv da i numeri...
Ciao Lampur, bentrovato e buon Natale!
Beh, se commenti Seven Sister i commenti si moltiplicano....
A me il film non è piaciuto per niente è vero che in giro ci sono cose brutte e reputo seven sister una di quelle. Non basta l'idea, l'intuizione. bisogna realizzarla e in questo film non mi è sembrato che la realizzazzione fosse un tentativo di rinnovare la visione, Anzi nonostante il buon spunto, la direzione del film si è collocata nella convenzione più bieca. Senza coraggio ne' idee-. Un'occasione sprecatissima visto il cast e appunto l'idea. Che poi siano due stellette o due e mezzo il succo non cambia di molto.
Un saluto e a presto, Auguri di nuovo by Roto
Buone Feste Roto!!!... concordo su tutta la linea ma veramente, a me bsta quel che tu chiami "intuizione", perché in Seven Sisters è bella che presente. D'accordissimo poi che ci si perda nell'action splatterato proprio per evitare le esigenze di script che una tale intuizione avrebbero previsto... ma in giro c'è veramente troppo cinema che la famosa "intuizione" non sa neanche dove abiti... occasione sprecatissima ok... ma di tutto il cinema che non è neanche lontanamente "occasione" ma soltanto un trito girare pellicola a vuoto? Che vogliamo farne? Dove lo collochiamo in confronto alle sette sorelline?! Un abbraccio
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