Regia di Julius Onah vedi scheda film
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L'altra dimensione: è questo che trovano un manipolo di scienziati provenienti da tutto il mondo, uniti dalla necessità di trovare una fonte di energia alternativa per un pianeta Terra che si sta sempre più velocemente e drammaticamente spegnendo.
Quando sembra che la missione abbia ottenuto il successo sperato, qualcosa di inquietante accade poco per volta ai membri dell'equipaggio, che presi dal panico, incerti ognuno di chi fidarsi, si sfidano tra loro non facendo che peggiorare la situazione. Perso il contatto con la Terra, devastati dal senso di colpa di aver potuto ipoteticamente distruggere il pianeta con la nuova fonte di energia inviata per rianimarlo, il gruppo si imbatte casualmente sul ritrovamento di una scienziata, costretta in un groviglio di cavi che comunicano col suo corpo, e che dice di conoscere parecchi membri della navetta, in particolare una scienziata di colore, devastata dalla perdita dei propri familiari; la bizzarra circostanza, unita ad altri episodi incredibili, spingerà le menti dei superstiti ad ipotizzare di essere finiti entro una dimensione alternativa, entro la quale esite lo stesso universo di quello originale, ma speculare, e con possibilità di poter modificare alcuni particolari della dimensione primaria, andando incontro ad un paradosso temporale destabilizzante.
Inaugurato nel 2008 con il fortunato omonimo film di Matt Reeves, il franchise di Cloverfield è sicuramente una saga interessante e affascinante, che ha trovato a mio giudizio la sua migliore possibilità di sviluppo nell'assai bello ed inquietante secondo episodio, 10 Cloverfield Line. L'idea di legare, anche alla lontana, alcune vicende più disparate con una ipotetica catastrofe che minaccia il mondo, ed una misteriosa creatura che si impossessa dell'identità in grado di definirme la portata, è sicuramente una circostanza che incuriosisce, incalza, e tiene desta l'attenzione.
L'ipotesi che si cerchi di creare storie scollegate, e di tenti poi di collegarle con una stessa catastrofica matrice d'origine, come fa questo ultimo episodio in modo spudorato, chiudendo in un certo senso il cerchio e collegandosi al primo episodio citato sopra, appre forse un pò forzata, stiracchiata, avventata.
Preso in sé questo film di fantascienza non aggiunge molto a quanto già abbondantemente visto da fine anni '70 (proprio con Alien di Scott) in avanti. E certi dialoghi (con la scienziata cinese interpretata da una smarrita Ziyi Zhang che parla la sua lingua natia e tutti la capiscono ma parlano l'inglese internazionale che lei si iostina a rifuggire), sono davvero sconcertanti.
Nulla è veramente da buttare, ma certamente le novità latitano, e certe melensaggini sentimentali sulle possibilità di modificare eventi tragici del passato, ci si potevano tranquillamente essere evitate; il capitolo secondo riusciva in questo intento, puntando sulla tensione palpabile, e sul dubbio in grado di tener desta l'attenzione dello spettatore.
Qui davvero tutto molto più piatto, scontato e banale: Netflix interviene e, ancora una volta, crea le basi per coerenti un buon prodotto, ma non riesce, ancora una volta come già successo troppo spesso in questi mesi, ad amalgamare correttamente gli ingredienti, finendo per pasticciare e non fornirci un prodotto all'altezza dell'interessante franchise creato con i primi due validi ed ndipendenti episodi che lo hanno preceduto.
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