Regia di Darren Aronofsky vedi scheda film
Lei è la Madre Terra, lui è Dio,la gente siamo noi...ecco, così ha senso e si può seguire, se no è solo una sgradevole sequenza dall'inizio alla fine.
Scritto proprio così, con la “m” minuscola e il punto esclamativo. E’ l’ultima pazzia di Aronofsky, regista in passato di bei film come The wrestler e Il cigno nero, ma che qua probabilmente sbrocca con questo film che ha chiari riferimenti religiosi. Si narra di questa casa in legno isolata, dove vivono uno scrittore con la moglie. La camera del regista è quasi sempre che insegue la signora (Jennifer Lawrence), standole molto attaccata, mentre lei stessa osserva sempre più angosciata gli incomprensibili avvenimenti in casa e il comportamento strampalato del marito. C’è gente che va, gente che viene, sembra un porto di mare, gente che si comporta malissimo, che la tratta male, la prende in giro, fino a un finale che è un’apoteosi dell’assurdo e della pazzia. Tutto ha senso solo se si immagina che lo scrittore è Dio (che a volte pare il Diavolo), lei è la Terra, o la madre terra, la gente è la gente del pianeta (mentre a metà film è fin troppo facile riconoscere, ad esempio, Caino e Abele). E’ una chiava di lettura che spiega molto del film ma che non convince comunque, il film spinge troppo a va fuori giri, perde in grazia e punta alle visioni, alla pazzia, all’assurdo al troppo, all’esagerato. Accolto tra i fischi nel concorso di Venezia (ma anche applausi), ha diviso assai lasciando sconcertati molti. A me dispiace ma sono per un 4. L’allegoria è interessante, ma allora poteva essere più scoperta e soprattutto più elegante. Critica e grande pubblico spiazzati e perplessi, flop al botteghino, attutito dai costi non eccessivi.
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