Regia di Darren Aronofsky vedi scheda film
Servendosi di un’ambientazione da film horror e di attori in stato di grazia, Arnofsky appicca un incendio nel nostro immaginario e ci sbatte addosso questo intrigante, ambiguo, lacerante a tratti pretenzioso thriller dell’anima. Lo amerete, lo odierete, non importa, non potrete ignorarlo. Madre! E’ il film più sorprendente dell’anno.
“Non posso smettere di creare è l’unica cosa che so fare” dice Lui mentre tutto intorno ogni cosa arde. La produzione artistica è insieme esigenza fisica, necessità intellettuale e sofferenza ma se “Madre!” raccontasse tutto questo servendosi dei soliti stilemi non sarebbe ciò che invece è: un incendio. Arnofsky rischia tutto e crea questo piccolo gioiello imperfetto raccattando critiche di tutti i tipi decidendo di trattare una tematica, quella dell’arte e della sua impellenza non certo trasversale, con sorprendente originalità, dando consistenza fisica a entità incorporee sul filo della metafora spiazzando lo spettatore che inizialmente pensa di trovarsi nel più classico dei thriller psicologici ma ben presto si rende conto che ciò che il megaschermo gli mostra è in realtà una transustanziazione dell’arte nelle sue molteplici forme in un dramma ellittico che sconvolge ma allo stesso tempo conquista. Si parte con un’apparentemente tranquilla vita di campagna di una coppia come tante altre fino a che non sopraggiungono via via “ospiti” inattesi con i quali però Lui ha un feeling perverso nonostante la progressiva insofferenza di Lei, sua musa ispiratrice, colei che ha avuto il merito di ricostruire la loro vita dopo che L’ Incendio ha devastato la loro casa e le loro esistenze; di qui progressivamente la tensione prima solo latente sale di tono e il fluire di immagini irrompe e sovrasta la trama e ci fa partire per la tangente instillandoci il dubbio che ciò che vediamo non è null’altro che un mezzo per raccontare qualcos’altro perchè ad un certo punto tutto sembra ricomporsi quando Lui e lei riescono finalmente a far decollare il loro amore ma quel momento non è altro che il detonatore del delirio incendiario che ne seguirà…
Prove attoriali superbe di tutti i protagonisti con Bardem, Lawrence Pfeiffer ed Harris che sono calati perfettamente nella messa in scena. In un film che è rischio su pellicola non mancano alcune cadute soprattutto per certi passaggi che avrei preferito rimanessero “non detti” e anche per la costruzione circolare che lo rende secondo me nolaniano nella “confezione” e quindi forse un po’ “balocco” nella concezione come mi appaiono alcune creazioni del grande cineasta. Rimane un film che deve essere visto anche dai più scettici perché raramente, ultimamente, ci si spinge così oltre, raramente il cinema trascende così violentemente, così voluttuosamente.
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