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Madre!

Regia di Darren Aronofsky vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Madre!

di alan smithee
2 stelle

Prendi un non-luogo easy: la casa nella prateria; mettici lo scrittore in balia della sua musa a giostrarsi tra dovere familiare e responsabilità vs. pubblico. Tutto è lecito a quel punto, tranne forse sfottere lo spettatore. Darren, eccellente come direzione, lo fa inequivocabilmente. E io non ci sto.

locandina

Madre! (2017): locandina

VENEZIA 74 - CONCORSO 

L'ispirazione per un artista, per uno scrittore, è tutto ciò che serve per poter sfondare o confermare il successo ottenuto in precedenza.

Trovata la fonte, e ottenuto il risultato, è necessario mantenere e sviluppare il rapporto con l'utenza finale che garantisce questo successo, dunque la fama, ovvero il benessere, e la gloria che ne deriva, che spesso appaga anche più del denaro.

Quando la fonte di ispirazione è la propria bellissima consorte, lo scrittore dovrà riuscire a mediare il ruolo di marito e futuro padre, con quello dell'artista che si rapporta col pubblico, che lo adora fino all'idolatria e nei condronti del quale l'autore sente di doversi mettere a disposizione, accusandone responsabilità che lo sviano dal suo ruolo familiare.

Mother!, attraverso le paure di una giovane madre che si ritrova spiazzata nel gestire e assicurarsi le attenzioni nel ruolo di partoriente che la caratterizza dopo esser stata musa ispiratrice di successo - delinea i tratti e le reazioni della donna quando, nella solitudine quasi inquietante della casa in mezzo ad una prateria cinta da boschi, alcuni strani individui sopraggiungono uno dopo l'altro fino ad affollare il circondario.

Jennifer Lawrence

Madre! (2017): Jennifer Lawrence

Jennifer Lawrence

Madre! (2017): Jennifer Lawrence

Il soggetto è plausibile, la regia e le idee visive di un cineasta estroso, ma di indubbio talento, anche. 

Ma Mother! è prima di ogni altra cosa una operazione disonesta e fuorviante, pensata a tavolino per affrontare lo spettatore con l'irruenza di un cingolato, travolgerlo o metterlo al muro: quella che conferma Aronofski come uno scaltro ipnotizzatore di folle, un aizzatore che punta più che altro a dividere, a spaccare, a scegliere qualsiasi soluzione pur di far parlare di sé, a sbalordire con l'utilizzo sapiente e calcolato di trucchetti narrativi che gli consentono di giostrarsi a piacimento la matassa narrativa che ci propone, scevro da logiche o schemi che saltano di fronte al caos e alla affamata ricerca del modi di stupire.

Missione riuscita: in Laguna non si parla che di lui, nel bene e nel male senza mezze misure.

locandina

Madre! (2017): locandina

La struttura di Mother! è quella di un racconto a spirale girato tutto sulla soggettiva terrorizzata di lei madre, e poi quella estatica e insidiosa di lui-regista su di lei. Uno sviluppo che ha un inizio, ma non una fine, ed è  ambientato in un non-luogo da fiaba horror tutto teorico, come un set teatrale predisposto per nuovi ripari all'occorrenza. E ove è facile, troppo facile, quindi furbo, introdurre personaggi a piacimento senza nemmeno la necessità di renderli plausibili, giustificati ed opportuni.

Ad un certo punto l'autore sembra virare verso il satanico citando Polanski e Rosemary's baby: poi, per fortuna, tutto ciò si rivela (almeno in parte) un abbaglio: Aronofski è troppo furbo per farsi male citando un autore che saprebbe seppellirlo, e dunque ci si accosta per prenderne le distanze, come pure a Romero, se vogliamo, nel momento dell'assedio di massa, e persino Greenaway, nella spartizione dei resti sacri del neonato sacrificale, nuovo "baby of Macon".

Javier Bardem, Jennifer Lawrence

Madre! (2017): Javier Bardem, Jennifer Lawrence

Jennifer Lawrence, Javier Bardem

Madre! (2017): Jennifer Lawrence, Javier Bardem

Mother! è pertanto la conferma di come il regista, che qui punta anche sull'appeal da star più acclamata del momento della Lawrence (non a caso sua compagna di vita attuale, qui madonna insanguinata ed infuocata attraverso la quale tutto inizia e tutto finisce), sia un abile stratega premeditatore di un prodotto cinematografico che rifugge la schematicita' commerciale pienamente collaudata dei soliti lucrosi prodotti di massa (gliene diamo atto!), puntando all'autorialita' e alla qualità, ma in realtà illudendoci e giocando abilmente, e con le innegabili doti visive e capacità tecniche induscutibili di cui è dotato, con la nostra sensibilità di spettatori. 

Circostanza che mi convince a diffidare e sospettare, a rifiutare certe ipnotiche tentazioni e seduzioni, preferendo in linea di massima una onestà di intenti che qui, a mio modo di intendere, latita completamente.

 

 

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