Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Uno dei pochi esemplari di "film sentimentale" nella carriera registica di Clint Eastwood, è un film superiore alla media del genere, grazie alla sobrietà della regia, memore del cinema classico hollywoodiano del bel tempo che fu, ma anche ad una buona sceneggiatura di Richard La Gravenese che aggiorna la formula di "Breve incontro" con pudore e delicatezza. La storia della casalinga Francesca rimasta momentaneamente sola e del fotografo Robert Kincaid che deve realizzare un reportage fotografico sui ponti che danno il titolo al film poteva scivolare nella melensaggine più spinta e fastidiosa, e invece Eastwood riesce a darle una consistenza sorprendente, creando una love-story destinata a durare poco ma a restare come un ricordo straziante che accompagnerà soprattutto la donna per il resto della sua vita. Che cosa sarebbe il film senza i due protagonisti? Clint dirige se stesso con bravura e, abituato a ruoli da duro, è perfetto anche nella parte dell'uomo di mezza età che si abbandona al sentimento; Meryl Streep è al massimo della forma in un ruolo cucito su misura per lei, e sarebbe preferibile vedere la versione originale, se si considera il suo lavoro maniacale sugli accenti dei personaggi (purtroppo io ho visto solo la versione doppiata, dove l'attrice recita con la consueta voce di Maria Pia Di Meo, ma sarei curioso di ascoltare la sua resa dell'accento italiano). Diversi critici hanno sostenuto che il film sarebbe migliore del bestseller di Robert James Waller da cui è tratto; conferma la versatilità dell'attore-regista e contiene una scena di addio destinata a restare negli annali. Non è poco per un film volutamente "per signore".
Voto 8/10
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