Regia di Riccardo Milani vedi scheda film
Remake di una quasi omonima commedia transalpina di successo, il film di Milani ambirebbe alla cattiveria caustica e sadica dei Roses di DeVito, salvo trincerarsi dietro uno stucchevole buonismo lungo un passo falso finale affrettato e incongruo, decisamente fuori posto.
Marito ginecologo, moglie ingegnere, tre figli minorenni belli, svegli e problematici come nella norma che si adducendo ad una età difficile, soprattutto per i due maggiori. Che volere di più? Ognuno la propria indipendenza, da quando entrambi i coniugi si sono accorti da volersi bene certo, ma di non desiderarsi più e di non riuscire più a parlarsi con la spontaneità che non provenga dalla necessità di compiere il mestiere quotidiano e spesso ingrato di genitori.
Una separazione pacifica e ragionata diviene la soluzione del problema, che deve solo essere comunicato ai figli: e qui iniziano i problemi, perché nessuno dei tre, orgogliosi e fieri, accetta questa situazione. Il peggio arriva quando per entrambi i coniugi professionisti si prospetta un cambiamento radicale in ambito lavorativo: lui corona finalmente dopo decenni il sogno di divenire medico di pace in Mali, lei è destinata a presiedere il controllo di un ambizioso progetto in Svezia. E l'affido dei tre figli minorenni?
Una guerra spietata tra i due litiganti scoppierà per tentare ognuno di veder affidata la prole all'altro, con esilaranti colpi bassi che finiscono per ledere l'equilibrio fisico e psichico dei tre cocciuti ed irriducibili ragazzi.
Dalla commedia transalpina campione di incassi dal titolo simile e contrario "Papa où maman", Riccardo Milani ricava un instant-remake italico cosceneggiato dalla sua compagna e coprotagonista Paola Cortellesi.
Un film che probabilmente vorrebbe ambire più che altro a rappresentare il disfacimento dei luoghi comuni che regolano le tradizioni di famiglia come avveniva a fine anni '80 nello splendido, cattivo e caustico La guerra dei Roses di Danny De Vito.
Ma il tentativo si rivela zoppo appena poco dopo una lodevole prima parte introduttiva, che prepara efficacemente il campo ad una guerra che tuttavia si edulcora e perde lucidità lungo un finale accomodante e sin troppo consolatorio in grado di mandare un pò tutto a farsi benedire e dove solo le figure dei tre bambini-ragazzi appaiono caratterialmente sviscerare coerentemente, con la caustica innocenza del più piccolo che si contrappone alla furiosa ribellione dolorosa e rancorosa dei due più grandi.
In questo contesto il pur affiatato duo comico Albanese/Cortellesi funziona solo a tratti, quando la cattiveria accende gli animi e manda in ebollizione il cervello trasformando due ex genitori modello, in due opportunisti scaltri, approfittatori, codardi ed arrivisti.
Carini e piuttosto realistici, al contrario e come dicevamo, i tre pargoli tenaci e caratteriali, con particolare simpatia per il piccolino saggio e sinistramente sarcastico che ironizza sui comportamenti "alieni" dei suoi un tempo seri e responsabili genitori.
Riccardo Milani è stato decisamente più bravo, determinato e coraggioso in passato. Stavolta cavalca una via facile, ma paga pegno in termini di qualità ed ispirazione, rifacendo una commedia leggera e quasi inconsistente, ma pensando agli inimitabili e sgradevoli Roses divenuti simboli spietati, paradossali, ma non troppo, grazie alla coppia collaudata Michael Douglas/Kathleen Turner, e alla morte inesorabilmente crudele della famiglia tradizionale.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta