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Dopo la guerra

Regia di Annarita Zambrano vedi scheda film

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La recensione su Dopo la guerra

di port cros
3 stelle

L'ennesimo film sul terrorismo Anni 70: piatto e noioso, con una sceneggiatura che fa acqua e non riesce a farci appassionare alle vicende dei personaggi, e con un finale pretestuoso e sforzato che sfugge alla responsabilità di trovare una soluzione alla questione sollevata. Il peggiore tra i film italiani visti al Festival di Cannes 2017.

 

Festival di Cannes 2017 – Un Certain Regard

 

Ambientato nel 2002, inizia con l'omicidio d un professore universitario, chiaramente ispirato alla morte del giuslavorista Marco Biagi ucciso dalle Nuove BR proprio in quell'anno. L'uccisione di Biagi portò alla fin della cosiddetta “dottrina Mitterand”, la scelta dell'allora presidente francese di concedere asilo ai terroristi italiani di estrema sinistra, a patto che rinunciassero ad ogni forma di violenza.

Marco (Giuseppe Battiston) è per l'appunto uno di questi estremisti: stabilitosi oltralpe da vent'anni, con una figlia francese, che ora trascina con sé in latitanza per sfuggire all'estradizione in Italia, ove è stato condannato all'ergastolo , mentre la sua famiglia in Italia deve affrontare le spiacevoli conseguenze di questa ingombrante parentela.

La figura di Marco pare modellata in buona parte su quella di Cesare Battisti, protagonista di un'intricata vicenda giudiziaria tra Francia, Italia e Brasile.

 

Charlotte Cétaire, Giuseppe Battiston

Dopo la guerra (2017): Charlotte Cétaire, Giuseppe Battiston

 

Devo confessare un certo senso di noia per i troppi film sui terroristi politici degli anni 70-80, e nel 2017 mi pare poco interessante e attuale rinvangare ancora una volta queste vicende già ampiamente dibattute ed analizzate. Inoltre mi lascia perplesso la pretesa di questi personaggi, condannati per omicidi ed altri gravissimi reati, di aver diritto ad un'amnistia, ritenendosi non criminali, ma combattenti di una “guerra” contro lo Stato italiano (come da titolo del film).

 

Considerazioni sul tema a parte, si tratta di un film piatto e noioso, con una sceneggiatura che fa acqua da più parti e non riesce a farci appassionare alle vicende dei personaggi, e con un finale pretestuoso e sforzato che sfugge alla responsabilità di trovare una soluzione alla questione sollevata. Il peggiore tra i film italiani visti al Festival di Cannes 2017.

 

 

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