Regia di Alessandro D'Alatri vedi scheda film
Matteo Achilli, ovvero Andrea Arcangeli, l’attuale Divin Codino protagonista della pellicola omonima di Netflix, fra una carriera agonistica nel mondo del nuoto e una Laurea alla Bocconi, ovvero l’Università più prestigiosa della penisola, ha alcuni dubbi immediatamente fugati da alcune certezze ovvero, quello che gli è stato impedito per nepotismo, il suo posto nella squadra di nuoto del liceo è stato assegnato per un semplice favore, può riprenderselo attraverso un’idea che per le nostre latitudini ha dell’incredibile: riuscire a valutare una persona per i propri meriti, titoli di studio, curriculum e in totale assenza di raccomandazioni, il tutto shakerato e restituito sotto forma di una valutazione per questo oggettiva e non viziata da fattori esterni. Questa l’idea alla base di Egomnia, app per cellulari e società creata a soli diciannove anni dallo stesso Achilli e che il regista Alessandro D’Alatri, passato da molti anni dietro la macchina da presa, dopo una carriera iniziata come attore, ci narra grazie all’aiuto dello stesso Achilli, del cosceneggiatore Francesco Arlanch e del soggettista Saverio D’Ercole, spacciandola per una rivoluzione di costume ma omettendo che nella realtà il sito e la app a lui collegata, non hanno in realtà prodotto i risultati sperati. Ciò nonostante il Matteo Achilli dipinto sullo schermo da Arcangeli e aiutato da un padre disoccupato che necessita di un’idea come quella di Egomnia, per sperare in un futuro più roseo, e impersonato da Massimiliano Gallo, avvince facendosi prima apprezzare e poi disprezzare per la sua sete di arrivismo e la voglia di emergere esattamente come in una gara della sua disciplina sportiva preferita, il nuoto. Al fianco di Arcangeli si muove un ottimo cast costituito da Matilde Gioli, nel ruolo di una studentessa milanese capace di aprire a Matteo quelle porte necessarie per ‘svoltare’, Matteo Vignati nel ruolo dell’amico milanese e compagno di stanza con loro Matteo Leoni e Luca Di Giovanni nel ruolo dell’amico ingegnere sfruttato e con il quale Matteo stringe un’amicizia fraterna.
Girato fra Corviale e Milano in poco tempo e con pochi mezzi, la pellicola di D’Alatri non deve essere confusa con una versione tricolore di The Social Network, in tal caso non si parla di idee trafugate e miliardi guadagnati, ma semmai di come non ci si debba arrendere di fronte a una difficoltà, di come certe amicizie possano essere salvate anche se a fatica e di come le nuove generazioni siano capaci di approcciarsi ai propri sogni.
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